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I funerali del ragazzo morto in bici

«Alvise, hai seminato
bellezza. Ora fai
buon viaggio»

I funerali di Alvise Trincanato (foto Marchiori)
I funerali di Alvise Trincanato (foto Marchiori)
I FUNERALI DI ALVISE TRINCANATO (MARCHIORI)

Gli amici hanno voluto salutarlo con una canzone di Lucio Dalla, «L’anno che verrà», accompagnata dal suono di una chitarra, come se fosse una delle tante serate di festa passate insieme. Così si è congedato da tutti Alvise Trincanato, l’architetto di 29 anni morto una settimana dopo l’incidente in cui era stato coinvolto in corso Cavour, nella notte tra il 5 e il 6 luglio, quando in bicicletta si era scontrato con uno scooter, a due passi da casa sua, vicino a piazzetta Santi Apostoli.

Gremita di familiari e amici la chiesa di San Nicolò all’Arena, per le esequie concelebrate da don Ezio Falavegna, don Marco Campedelli e don Michele Nicolis.

 

 

Il fratello Pietro ha citato le parole di Ercole Gonzaga per la morte di Giulio Romano, l’architetto rinascimentale tanto amato da Alvise: «Tante volte me l’avevi ripetute quando parlavi del tuo amato ’500. Eri tu la nostra mano destra, che volava sui fogli a risolvere problemi, una mano che gesticolava veloce, che batteva pugni sul tavolo quando ti arrabbiavi per qualcosa d’ingiusto, quella bella mano che ti abbiamo tenuto per sette giorni nella speranza che tu ti potessi risvegliare».

E poi tutti insieme intorno alla bara, su invito di don Marco, con una candelina accesa in mano. «Hai seminato bellezza sulla terra e ora parti per un viaggio misterioso con tanti artisti che ci hanno dato tanta bellezza come Leonardo e Michelangelo, tenendo per mano chi hai amato. Buon viaggio, Alvise».

 

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Elena Cardinali

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