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La denuncia del consigliere Bertucco

Allarme smog in città
«Superati tutti i limiti
di legge per Pm10»

La denuncia del consigliere Bertucco
Allerta arancio in città
Allerta arancio in città
Allerta arancio in città
Allerta arancio in città

«Nelle 2 stazioni di rilevamento Arpav di Verona (Borgo Milano e Giarol Grande) il Pm10 ha già abbondantemente superato il numero di giorni inquinati oltre il limite di legge (50 microgrammi per metro cubo nelle 24 ore) totalizzato in tutto il 2018». A denunciarlo è il consigliere comunale  di Verona e Sinistra in Comune, Michele Bertucco.

 

«Il 25 dicembre 2019 in Borgo Milano sono stati raggiunti i 58 giorni di superamento. Nell'intero 2018 i superamenti registrati nella centralina di Corso Milano furono 44. Analoga situazione nella centralina posizionata al Giarol Grande: nel 2018 i superamenti dei limiti di legge furono 37, ieri 25 dicembre 2019 si è arrivati a 46 giorni», spiega snocciolando i dati ufficiali di Arpav.

 

«In un anno, per legge, i superamenti non possono essere più di 35, ma la città di Verona continua ad essere “fuorilegge” e a superare questa soglia da 19 anni. A che serve fare tavoli tra Comuni, Regione e Provincia sulle misure antismog da adottare in periodo invernale se poi i Sindaci derogano sempre sotto Natale?»

 

«Accade quest’anno ma è accaduto anche negli anni passati. Non discuto le motivazioni, invito a riflettere sulla inutilità del sistema messo in piedi: appena le condizioni atmosferiche diventano più statiche, i superamenti dei limiti giornalieri di Pm10 ricominciano a galoppare (siamo arrivati a 58 dall’inizio dell’anno) e non c’è limitazione del traffico che tenga», prosegue Bertucco,

 

«È noto che a livello urbano la fonte principale di Pm10 deriva dai tubi di scappamento, i più recenti dati dell'Arpav confermano che a Verona è il trasporto su strada il primo produttore di polveri sottili, che con il 30% supera tutti gli altri settori. Senza contare il “particolato secondario”. Sarebbe il caso che Comuni e Regione Veneto cominciassero a rivedere le loro politiche urbanistiche e della mobilità: la maggior parte del bilancio in infrastrutture viene speso ancora nella costruzione di nuove strade mentre rimangono residuali gli investimenti in trasporto pubblico e nelle altre forme di mobilità sostenibile».

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