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Arrestati dai carabinieri

Portano una ragazza in mezzo al nulla e la stuprano: in carcere due giovani

Arrestati dai carabinieri

Brutale. È difficile graduare uno stupro ma quello subito da una giovane la sera del 19 giugno è stato di una brutalità difficilmente descrivibile. Un amico l’aveva inviata ad uscire per fare un giro e bere qualcosa, le aveva detto che insieme loro ci sarebbe stato anche un altro ragazzo che non conosceva. Era una trappola.

Quando è salita in macchina ha visto che insieme a quello che considerava un amico, G.P. veronese di 20 anni, c’era un altro ragazzo che conosceva, M.O., classe 1992, originario di Padova. Non le era stato detto che c’era perchè altrimenti forse non sarebbe uscita: è un giovane che ha un passato turbolento (la procura gli contesta la recidiva reiterata specifica): aveva già subito un procedimento e una condanna per aver legato, picchiato e umiliato un ragazzino all’interno dell’istituto minorile di Treviso. E stando alla denuncia che poi si è tradotta in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due ragazzi è stato proprio quest’ultimo ad abusare brutalmente e più volte di lei. Incurante delle urla, delle invocazioni di aiuto e delle lacrime.

Lui ha continuato mentre G.P. è rimasto in macchina, poco lontano, senza muovere un dito. Violenza sessuale di gruppo l’accusa che ha fatto finire entrambi in carcere sulla base di un’ordinanza di custodia firmata dal gip Luciano Gorra, davanti al quale, nei prossimi giorni, si svolgerà l’interrogatorio di garanzia.

 

Una storia agghiacciante nella quale entrano amicizia e inganni. Quella sera la giovane è uscita, convinta di andare a bere qualcosa con G., è salita dietro perchè davanti c’erano i due ragazzi. Quando si è accorta che il suo «amico» aveva imboccato una strada che portava in mezzo al nulla ha iniziato a chiedere di scendere. Voleva andarsene e quando ha visto l’inizio di una strada sterrata ha iniziato a urlare. A quel punto, stando alla ricostruzione della vittima - il cui racconto è stato ritenuto credibile e privo di contraddizioni - M.O. ha iniziato a molestarla, a toccarla nelle parti intime e mentre lei urlava di smetterla l’autista impassibile ha spento il motore. A quel punto l’altro è sceso e l’ha trascinata fuori, verso i campi.

Nel buio totale e in mezzo al nulla. Lei ha continuato a urlare, lui l’ha fatta cadere prendendola per il collo, le ha bloccato le braccia e le ha abbassato i leggins e gli slip. A quel punto le ha tappato la bocca e ha abusato di lei più volte. Mentre l’altro era in macchina, poco distante, consapevole di quello che stava accadendo ma impassibile. Non si è mosso, non ha detto nulla ma questo lo rende comunque complice. A salvarla, o meglio a evitarle ulteriori violenze, è stato l’arrivo di un’auto. Lei ha visto i fari nella stradina, era riuscita a divincolarsi e ha iniziato a urlare. A quel punto M.O. l’ha lasciata lì, a terra, si è alzato tirandosi su i pantaloni ed è salito in macchina. Il conducente dell’altra auto ha chiamato immediatamente i carabinieri che una volta giunti sul posto hanno fatto intervenire l’ambulanza.

La giovane, sotto choc, è stata accompagnata in ospedale dove è stata visitata mentre sono iniziati gli accertamenti. Lei ha sporto denuncia, dolorosamente ha ricostruito i passaggi di quella sera maledetta e fornito il numero di telefono di chi l’aveva l’ha fatta cadere in trappola. I due hanno negato ogni cosa, dicendo che era stata lei a chiedere di appartarsi per stare con entrambi ma che poi ha inspiegabilmente iniziato a urlare. Hanno negato di essersi spogliati e di avere avuto contatti: ma i testimoni, quelli che l’hanno salvata, avevano visto il giovane alzarsi dal campo e tirarsi su i pantaloni. Arrestati.

Fabiana Marcolini

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