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Ladri in azione

Paura a Montorio
per la banda
«sventra casseforti»

Una delle due casseforti sventrate dai ladri a Montorio
Una delle due casseforti sventrate dai ladri a Montorio
Una delle due casseforti sventrate dai ladri a Montorio
Una delle due casseforti sventrate dai ladri a Montorio

La banda del flessibile. Nella frazione, a Montorio, la chiamano così. Hanno paura i residenti perché la banda non entra in ville di lusso, ma in casette dall’aspetto normale dove abitano operai o pensionati. E quindi nella maggior parte delle case.

Negli ultimi due casi sono entrati in casette a schiera. In una abitano sopra i genitori e sotto il figlio con la famiglia.

«Eravamo stati a una festa popolare qui a Montorio», dice il capofamiglia che vuole restare anonimo perché teme ritorsioni e ha due nipotine piccole. Siamo usciti alle 20 e tornati verso a mezzanotte. Ci siamo accorti subito che c’erano stati i ladri: hanno smontato il motore elettrico del cancello e hanno rubato una delle nostre auto. Ma il peggio dovevamo ancora vederlo», racconta il capofamiglia, «hanno rotto un vetro di una finestra e da lì sono entrati. Quindi hanno cercato la cassaforte e dopo averla trovata l’hanno tagliata in due con un flessibile, quindi hanno inserito nel taglio un piede di porco o qualcosa di simile e l’hanno aperta. Non è che avessimo gioielli, qualche paio di orecchini e poco contante. Io sono un pensionato. Mio figlio aveva qualcosa in più, ma non stiamo parlando di valori consistenti». Sono molto amareggiati i residenti di Montorio: «Quando ti entrano in casa in questo modo, poi ti resta la paura che possa accadere di nuovo. Le mie nipotine sono terrorizzate, non vanno neanche più a giocare in giardino da sole, vogliono essere accompagnate da noi adulti. È questo che fa rabbia che noi ci sentiamo indifesi, non tutelati, paghiamo tasse, lavoriamo e poi sparisce tutto, trovare i responsabili è quasi un miracolo. Spero che tutti se ne ricordino quando andranno a votare. Non siamo difesi da nessuno dei nostri governanti».

Un furto fotocopia, qualche giorno dopo è stato messo a segno a un isolato di distanza, in una via in cui notoriamente non abitano persone facoltose. «Non importa, i ladri puntano qualcuno e poi entrano. In questo caso era pomeriggio quando hanno sventrato la cassaforte e sempre con lo stesso sistema, per questo la chiamiamo la banda del flessibile».

Il problema è uguale che sia a San Michele, piuttosto che in Valpolicella o in Valpantena. I cittadini denunciano, le pattuglie in giro ci sono, ma rispetto a quanti sono i delinquenti sono poche.

C’è chi si attrezza in ronde improvvisate, chi installa sistemi di sicurezza che permettono di vedere anche i ladri in azione. Ma poi quei frame debbono essere confrontati con foto custodite negli archivi di polizia e non sempre permettono una sovrapposizione che possa diventare prova. È una guerra ad armi impari. Ed è destinato a vincere il cattivo.A.V.

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