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La battaglia contro l'accanimento terapeutico

Nina è volata via
La mamma ha lottato
per non farla soffrire

La battaglia contro l'accanimento terapeutico
La piccola Nina con mamma Francesca
La piccola Nina con mamma Francesca
La piccola Nina con mamma Francesca
La piccola Nina con mamma Francesca

È «il» dolore. Il più grande che si possa provare, quello più devastante, quello che uccide tutto. La morte di un figlio è una tragedia. E il fatto di essere preparati, non allevia la sofferenza. La piccola Nina ieri mattina se n’è andata via.

Mamma Francesca l’ha tenuta stretta fino all’ultimo, nell’hospice pediatrico dell’ospedale Gaslini di Genova dove erano ricoverate da luglio, da quando è stato chiaro che niente si potesse più fare per salvarla. «Ha solo 7 mesi ed ha già sofferto abbastanza», aveva detto la settimana scorsa Francesca raccontando la sua storia, «per questo l’ho portata qui: ho scelto di regalarle un “ultimo tempo“ senza più male, senza tormenti e supplizi, mi sono opposta a quello che a Verona era oramai solo accanimento terapeutico e, consigliata anche da medici di mezza Europa, ho voluto per la mia bimba le cure palliative, quelle previste dalla legge sul biotestamento». 

E ancora: «Voglio che altre mamme di figli speciali, ammalati e condannati come Nina, siano informate su tutte le possibilità di cura previste dal nostro ordinamento legislativo, voglio che sappiano che possono scegliere ciò che è meglio per i loro piccoli, smettendo di volere l’impossibile, che non serve ad averli “di ritorno“ ma solo a prolungare le loro sofferenze». 

Camilla Ferro

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