<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La storia

Multe per 2.000 euro
«Fatemi lavorare per
pagarle». Ma non può

La storia
La corsia preferenziale di via Città di Nimes
La corsia preferenziale di via Città di Nimes
La corsia preferenziale di via Città di Nimes
La corsia preferenziale di via Città di Nimes

«Non posso pagare tutti quei soldi perchè non ce li ho. Ho chiesto di poterlo fare a rate ma Solori me l’ha negato. Ho proposto allora di poter svolgere dei lavori socialmente utili fino al raggiungimento della cifra, ma anche quello mi hanno spiegato che non si può fare. Io sono disperata, sono sola con due bambini piccoli e con il mio lavoro di infermiera non posso certo far fronte ad una uscita così alta».

Dopo il mea culpa, l’appello: «Non voglio sottrarmi alle mie responsabilità, ho infranto il Codice della strada e l’ho fatto ingenuamente più volte commettendo sempre lo stesso errore, chiedo semplicemente che il Comune mi venga incontro nella forma, non nella sostanza: sono pronta a fare qualsiasi cosa per estinguere il debito ma non posso pagare in denaro. Ho 2 creature da mantenere e l’affitto da pagare».

La storia è quella di una mamma trentenne, dipendente dell’Azienda Ospedaliera con uno stipendio di 1.700 euro al mese. Ha una figlia di 11 anni e un piccolo di 5. «Per il mantenimento di quest’ultimo, ricevo dal papà 200 euro, per la maggiore, nulla. Non mi vergogno a raccontare pubblicamente la situazione in cui mi trovo perchè non so come uscirne». Facendo il mea culpa, spiega di aver preso più di una ventina di multe in un mese per un totale di oltre 2mila euro perchè, «fino a quando è arrivata a casa a metà ottobre la prima contravvenzione, ho percorso ogni mattina via Città di Nimes usando la corsia riservata agli autobus. Solori, che si occupa della riscossione per conto del Comune, non mi ha permesso di rateizzare il debito perchè il mio reddito annuo supera i 10mila euro. Mi sono però informata: a Padova o a Treviso è possibile convertire le sanzioni in lavori socialmente utili».

Camilla Ferro

Suggerimenti