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LETTERE DI LICENZIAMENTO

Maestre, scoppia
il caso: in 500
rischiano il posto

Una delle proteste delle maestre, organizzata l'anno scorso
Una delle proteste delle maestre, organizzata l'anno scorso
Una delle proteste delle maestre, organizzata l'anno scorso
Una delle proteste delle maestre, organizzata l'anno scorso

«Sembrava tornata una nuova normalità, ecco invece che la chat di classe si riempie ancora di messaggi perché a settembre l'amata maestra M.L. non sarà più con i nostri bambini». Lo scrive un gruppo di genitori della primaria «Le risorgive» di Ca' di David. Nel plesso che afferisce all'Ic 13 la stessa sorte, dicono, tocca anche a un'altra classe. Era solo questione di tempo. Dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che rigetta i ricorsi degli insegnanti col diploma magistrale, sono arrivate le lettere di licenziamento.

 

I docenti della primaria che si erano rivolti ai tribunali per l'inserimento in graduatoria dovranno rinunciare al posto fisso, ottenuto con riserva, e tornare a fare i supplenti. Oppure, come nel caso della maestra M.L., risultata idonea al concorso straordinario del 2018, accettare la cattedra in un'altra provincia. Con buona pace della continuità didattica «di cui tanto si parla come diritto garantito, ma troppo spesso negata», scrivono mamme e papà. A rischiare il posto di lavoro sono tremila maestre e maestri veneti, circa 500 a Verona. Alcuni sono già stati licenziati, altri attendono l'esito del ricorso alla sentenza che nel 2017 li ha esclusi dalle Gae (il canale per ottenere il ruolo a scuola) dichiarando il loro titolo di studio non più abilitante se ottenuto dopo il 2002, quando per insegnare è diventata obbligatoria la laurea in Scienze della formazione primaria.

Laura Perina

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