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I dati del 2018

Culle vuote,
a Verona meno
nascite di sempre

I dati del 2018
Culle vuote: un’immagine che sintetizza il calo della natalità a Verona
Culle vuote: un’immagine che sintetizza il calo della natalità a Verona
Culle vuote: un’immagine che sintetizza il calo della natalità a Verona
Culle vuote: un’immagine che sintetizza il calo della natalità a Verona

A Verona, il 2018, è stato l’anno con meno nascite di sempre, con soli 1.910 nuovi nati, il 20 per cento in meno rispetto a 10 anni fa. Costante, invece, il numero dei morti.

 

Un saldo negativo della popolazione che non conosce stop nella nostra città dal 1978, con un’unica eccezione nel 2004, e che ha portato ad un innalzamento dell’età media, che attualmente si aggira sui 46 anni. A seguire i trend non solo i veronesi doc, ma anche gli stranieri residenti nella nostra città, che si sono adeguati a ritmi e stili di vita.

 

A illustrare i dati, in linea con il trend nazionale, l’assessore alle Politiche demografiche Francesca Toffali. «La situazione del ricambio generazionale è preoccupante, se gli andamenti rimanessero uguali a quelli attuali, nel 2049, fra trent’anni, le nascite calerebbero dell’80 per cento e a Verona avremmo poco meno di 500 nuovi nati ogni anno – ha spiegato Toffali -. Ecco perché, nonostante il Comune non abbia gli strumenti normativi per mettere in atto politiche significative per una crescita demografica, stiamo studiando agevolazioni e servizi per le famiglie con figli. Da fidelity card e sconti dedicati ai neonati da promuovere con le farmacie comunali, ad iniziative gratuite pensate apposta per famiglie con bambini, come la festa della mamma e l’evento in piazza San Zeno per l’ultimo dell’anno. Volontà dell’amministrazione è fare tutto il possibile per supportare i genitori nei primi anni di vita dei loro bimbi e cercare di controvertire l’andamento generale. Nel 2019 abbiamo inserito a bilancio tre milioni in più per i servizi sociali, che, visto il continuo aumento di over 70, serviranno a sostenere gli anziani. E se da un lato è positivo che la vita si sia allungata, dall’altro va preso in seria considerazione il rovesciamento della piramide demografica». 

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