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«I Beato» di via Tombetta

Alberto e Sonia,
70 anni d'amore
in tabaccheria

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Alberto e Sonia Venturini
Alberto e Sonia Venturini
Alberto e Sonia Venturini
Alberto e Sonia Venturini

Sono davvero tanti, 70, gli anni di matrimonio che Alberto e Sonia, gli inossidabili storici ex tabaccai di Via Tombetta meglio conosciuti come «I Beato», hanno appena festeggiato. Celebrate il 5 ottobre 1949, le nozze di ferro di questa coppia dalla storia romantica da sembrare la trama di uno di quegli sceneggiati amarcord che piacciono tanto, non sono solo un record che fa notizia ma è uno spaccato della città e di un'epoca, il dopoguerra, in cui si è ricominciato a sognare e a ricostruire dopo la tragedia della Seconda guerra mondiale.

 

Classe 1921 lui e 1931 lei, rispettivamente 98 e 88 anni e con all'attivo due figlie, quattro nipoti e quattro pronipoti: gli sposini vivono da soli con l'aiuto delle figlie Paola e Sara e sono eterni ragazzi nello spirito come nel giorno in cui si incontrano in una latteria della città. Alberto Venturini, nipote di uno dei principali mugnai di Verona, nonché ex prigioniero di guerra in Yugoslavia, del suo incontro con Sonia Ferrari racconta: «Al ritorno dagli eventi dell'ultima guerra ero un giovane esuberante e pieno di progetti. L'ho incontrata casualmente in un bar latteria. Sonia aveva appena quindici anni e l'ho vista in quel ritrovo con i tavolini di fòrmica, tipico di allora per la semplicità per non dire povertà. Il posto era situato proprio sotto casa di lei che era seduta al bancone, mentre con un amica sorseggiava una bibita. Mi colpì al primo sguardo, col suo piccolo foulard al collo a pois rossi e bianchi. Ci siamo incrociati brevemente con gli occhi e ho capito subito senza il minimo dubbio che io quella ragazza l'avrei sposata. Questo l'ho detto poco dopo all'amico col quale mi trovavo in quel momento nella latteria ed è stato lui, infatti, tre anni dopo, a farci da testimone di nozze».

 

«Settanta anni di vita insieme costituiscono una trama fatta di scelte, decisioni, eventi dolorosi, tristi, gioiosi, fortunati, che si sono avvicendati e intrecciati con il resto di altri eventi, diventandone il grande tessuto della vita di tutta la famiglia discendente» confida Paola Venturini, psicologa, figlia maggiore di Alberto e Sonia, e aggiunge: «Essere l'uno per l'altra è sempre stata la loro priorità, e in questo modo hanno tenuto la vita familiare in vita, avendo attraversato un'epoca in cui forse, pur accanto a oggettive difficoltà, i sentimenti veri e gli affetti si sono ancorati fortemente ai valori interiorizzati».

 

«La chiesa dove ci siamo uniti è Santa Teresa del Bambin Gesù», precisano Alberto e Sonia, «ed era di domenica, giorno di chiusura della tabaccheria».

Michela Pezzani

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