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Avviati i lavori, ancora diversi nodi

Alberi da «sacrificare», parcheggi e nodi mai chiariti: filobus, percorso a ostacoli

Avviati i lavori, ancora diversi nodi
I lavori per il filobus
I lavori per il filobus
I lavori per il filobus
I lavori per il filobus

Cantieri aperti. Incontri in serie nelle circoscrizioni. «Una per una, per più serate, insieme con il direttore Carlo Alberto Voi», conferma Francesco Barini, presidente di Amt. Il passaggio alla fase operativa per la realizzazione della rete di filobus, quattro linee sulle direttrici Est-Ovest e Nord-Sud, 24 chilometri totali, 143 milioni di costo finanziati al 60 per cento dallo Stato (Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica), non è indolore. Disagi, deviazioni, posti auto «cancellati» seguendo la linea di avanzamento dei cantieri. «Non ci sono alternative, l’indicazione di legge è per la “guida vincolata“, con linea aerea o su ferro, per almeno due terzi del percorso», spiega. «Oggi il trasporto pubblico locale viaggia a 10 chilometri l’ora, che diverranno 17 con il filobus, ovvero 20-25 minuti da San Michele alla stazione. La velocità è ciò che renderà appetibile il servizio». Con poche modifiche possibili. «Ma quella di via Pisano, per evitare il doppio senso di circolazione del filobus, la faremo. Verona ha modo di decidere», assicura Barini.

Il percorso del filobus
Il percorso del filobus

 

CARDINI. L’«operazione filobus» è vincolata, per direttiva ministeriale, a una garanzia di durata di almeno vent’anni. La cicatrice, profonda quaranta centimetri che marcherà le linee, include, spiega il presidente, «anche l’intero impianto dei sottoservizi e il rifacimento delle strade interessate dall’intervento». E la cancellazione del mai risolto nodo viario di Città di Nimes. «Ciò che era risultato impossibile durante i lavori per i Mondiali di “Italia ’90“ verrà realizzato ora: trasporto pubblico in superficie, traffico privato a scorrimento sotterraneo». Data di entrata in funzione: il primo giorno dell’anno del 2022.

PERCORSO. Le modifiche sono forse possibili ma ridotte al minimo. «Il tracciato è un’eredità della passata amministrazione. Stravolgerlo o rinunciarvi equivarrebbe all’incorrere in penali pesantissime da parte dell’Ati (Associazione temporanea di imprese) aggiudicataria dell’opera, oltre che alla certezza per Verona di non vedere più, per lungo tempo, altri impegni di spesa significativi da parte del ministero dei Trasporti», riassume Barini.

VIA PISANO. Lo sdoppiamento del percorso, con linea di rientro su viale Spolverini, si farà. «Le varianti sono ammesse solo per motivi oggettivi. Lo è, agli occhi di Roma, il disagio dei commercianti?», premette Barini. «Resta il fatto che il consiglio di amministrazione di Amt abbia votato a favore della doppia linea. E che, in caso di risposta negativa da parte del ministero, Comune e Provincia, l’“ente di governo“, abbiano la possibilità di decidere in autonomia. Anche se questa modifica comporterà variazioni sulla viabilità e la costruzione di una banchina su viale Spolverini: disagio minimo ma necessario per garantire lo scorrimento veloce del filobus. Che altrimenti perderebbe parte della propria attrattiva». Nella stessa direzione va la delibera di Giunta, caldeggiata dall’assessore alla Viabilità, Luca Zanotto, con cui si chiede ad Amt un approfondimento amministrativo e tecnico sulla variante. Anche l’intervento in via Dolomiti «pur non così d’impatto comporterà, come altri in città, il sacrificio di alcuni posti auto, che verranno poi comunque ripristinati», spiega Barini.

SAN PAOLO. La «patata bollente» del portico nella strettoia di via San Paolo resta tale. «La passata amministrazione, con Flavio Tosi sindaco e titolare della delega in materia di filobus e traforo, è riuscita a farsi bocciare dalla Conferenza dei servizi, il 20 giugno 2017, la proposta di senso unico alternato, caldeggiata da commercianti e residenti», polemizza il presidente di Amt. «E meno male che, almeno sul “nodo“ di via Pisano, non hanno messo mano». Polemica politica. Ma è parte della «linea rossa» che, al di là degli aspetti operativi, percorre l’intera vicenda del filobus che verrà.

PARCHEGGI. Si lavora alla Genovesa («Il Comune sui nuovi stalli di sosta, Amt per il deposito dei mezzi») per realizzare il principale parcheggio scambiatore. Archiviati dall’attuale amministrazione l’insediamento commerciale alla Cercola e il progetto (quello originale, ndr) di traforo, decadrebbero anche le due aree di sosta collegate. «Necessarie e da realizzare. Altrimenti il filobus sarebbe come una bella automobile che non parte», commenta Barini. «In tre anni è stato reso fruibile il parcheggio Gasometro. Quello di Ca’ di Cozzi deve entrare in funzione entro la fine del 2021: si può fare, non è necessario il collegamento con opere mastodontiche che si rivelano, a conti fatti, una “vendita di fumo“».

ALBERI. Mai più pini marittimi, dalle radici espansive e «spaccamarciapiedi». I lavori per il filobus sacrificheranno parte del verde lungo le linee. «Sarà ripristinata almeno una pianta, di essenza compatibile con il contesto urbano, per ogni fusto abbattuto», assicura Barini. Gli incontri nelle circoscrizioni proseguiranno. Come i cantieri e il dibattito.

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