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Al mercatino tutti in macchina fra code e parcheggio selvaggio

San Zeno, il posto di blocco dei vigili in via Tommaso Da VicoVerona Antiquaria, come sempre grande partecipazione MARCHIORI
San Zeno, il posto di blocco dei vigili in via Tommaso Da VicoVerona Antiquaria, come sempre grande partecipazione MARCHIORI
San Zeno, il posto di blocco dei vigili in via Tommaso Da VicoVerona Antiquaria, come sempre grande partecipazione MARCHIORI
San Zeno, il posto di blocco dei vigili in via Tommaso Da VicoVerona Antiquaria, come sempre grande partecipazione MARCHIORI

San Zeno, ritorno al caos blocchi: code verso Borgo Trento. I residenti: «Il traffico è quello di sempre». Nessuna differenza. Tutto uguale agli altri giorni di mercato. Il copione si è ripetuto ieri con Verona Antiquaria: auto in divieto di sosta un po’ ovunque, anche sui marciapiedi. La manifestazione funziona e non solo per i veronesi. C’è sempre più pubblico da fuori città e non è un dettaglio. Potrebbe essere uno stimolo a organizzare un bus navetta dai parcheggi dello stadio o da quelli in zona fiera. Tra i residenti c’è chi chiede soluzioni: «Ci sono auto ovunque e veicoli fatiscenti che circolano incuranti del blocco. Altri parcheggiati in modo da non permettere il passaggio pedonale». La mappa del Mobility Day dà qualche dubbio con una delle due anse dell’Adige lasciata completamente libera alla circolazione. È l’area del quartiere di Borgo Trento che per gli stessi visitatori del mercato «dovrebbe essere anch’essa chiusa al traffico». Mirella abita in Borgo Milano, a due passi da San Zeno. È a piedi con il marito Elso. «La chiusura va bene se in centro città. Più fuori, no». Sul quartiere al di là dell’Adige non hanno dubbi: «Andrebbe chiuso». Daniela di Soave è alla sua prima visita e già ha acquistato un capo che indossa subito. «Gli oggetti del passato sono memoria», dice. È venuta in auto e ha parcheggiato a ridosso di Borgo Trento. Sulle proteste dei residenti nell’ansa dell’Adige aperta al traffico, concorda: «Avrei anche parcheggiato in zona stadio. Sono davvero due passi arrivare a San Zeno. Se poi ci fosse una navetta, ancora meglio. Le auto dovrebbero rimanere il più lontano possibile dal centro». Laura è residente in Borgo Roma e ha utilizzato un’auto Gpl esente dal blocco. «É parcheggiata poco distante», commenta. «Sono d’accordo per la chiusura di Borgo Trento. Abitavo nel quartiere e conosco il problema di traffico e parcheggio». La giornata scorre e aumentano i visitatori. «Sono circa il 20% in più della media e si nota dalle prime ore della giornata», riferisce Pier Nicola Fazzini di Retrobottega, l’associazione culturale che organizza con il Comune la manifestazione ogni prima domenica del mese. Ritorna l’idea di una navetta dai vicini parcheggi dello stadio. «Potrebbe essere un percorso che unisce le aree di sosta a Verona Antiquaria e al centro storico». Il posto di blocco su via Tommaso da Vico funziona perché presidiato dalla Polizia municipale, diversamente quello sull’altro lato di ponte Risorgimento è quasi inesistente poiché le sole transenne sono facilmente aggirate. Sull’altra corsia, la lunga coda verso Borgo Trento fotografa il tema della chiusura di quest’ansa dell’Adige. Verona Antiquaria è una manifestazione che invita al recupero e propone uno stile di vita. Come lo è lo stesso muoversi, in auto o a piedi. A sottolineare l’importanza culturale di un evento ambientale come il Mobility Day è l’assessore alla Cultura Francesca Briani, in visita al mercato. Uno stile di vita, proprio come il recupero di oggetti che possono essere «parte della propria formazione ed educazione». «Possono essere anche ricordi ma possiedono il concetto di “recupero”: non sono buttati e sono recuperati». Conoscere il passato è stata anche la proposta dell’associazione culturale «Vivere la storia», prossima all’inaugurazione del nuovo museo sulla Seconda Guerra Mondiale prevista per sabato 13 e domenica 14 ottobre, dalle 10 alle 18, nel Forte di Lugagnano. «C’è bisogno di storia e di trasmetterla ai nostri ragazzi», dice il presidente Alberto Tezza. «L’orrore di tutte le guerre è uguale». Curiosità, invece, è stata attorno ad un banco che esposte oggetti di lavoro dagli anni ‘40 e sino all’800. «Sono raccolti con gli scambi», dice Marco Cestari. «Una passione che nasce dallo zio restauratore e collezionista». •

Marco Cerpelloni

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