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Allarme della psicologa

Adescata a 13 anni
in chat da un 40enne
«Fatti dei lividi»

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Ragazzini con cellulari
Ragazzini con cellulari
Ragazzini con cellulari
Ragazzini con cellulari

Anche «The Shoah party», la chat dell’orrore, era stata chiusa grazie ad una mamma attenta che l’ha scoperta controllando il cellulare del figlio. L’indagine si è chiusa con 25 indagati, giovanissimi (5 hanno meno di 14 anni), in tutta Italia.

 

Ora Giuliana Guadagnini, psicologa responsabile del Punto Ascolto del Disagio scolastico di Verona chiede di fare subito qualcosa anche per monitorare «Omegle.com», il social network di sesso virtuale che spopola tra gli adolescenti, «e che una mamma di una mia paziente tredicenne veronese, tempo fa, ha segnalato alla Polizia Postale. I genitori avevano scoperto che aveva dei lividi sul corpo e, alla richiesta di spiegazioni, la figlia ha spiegato che era un “pegno d’amore“ per il fidanzatino. Ecco, il fidanzatino aveva però 40 anni, l’aveva conosciuto su un sito e da lì portata su Omegle, l’aveva adescata e circuita facendola sentire unica, inibendole ogni capacità di autocritica. Ad un certo punto è arrivato a pretendere dalla piccola che si facesse dei lividi e gli spedisse le foto, lei ha ubbidito».

Ma c’è dell’altro. «Era già stato fissato un incontro in un hotel di Verona», racconta la psicologa, «ma per fortuna i genitori sono intervenuti per tempo rivolgendosi alle forze dell’ordine». 

 

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Camilla Ferro

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