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Tricolore recuperato di corsa, restano accese le polemiche

Una bandiera tricolore:  a Sanguinetto ne è stata comprata una in fretta e furia
Una bandiera tricolore: a Sanguinetto ne è stata comprata una in fretta e furia
Una bandiera tricolore:  a Sanguinetto ne è stata comprata una in fretta e furia
Una bandiera tricolore: a Sanguinetto ne è stata comprata una in fretta e furia

La scomparsa del tricolore al monumento dei caduti di Venera fa discutere in paese. Ieri mattina sull’asta sventolava un nuovo vessillo fatto acquistare in fretta e furia in vista della Festa della Repubblica e in molti si sono soffermati a guardare il luogo dove nella notte tra giovedì e venerdì alcuni sconosciuti hanno trafugato il tricolore e poi, secondo quanto riportato da chi ha notato gli ignoti in azione, lo hanno dato alle fiamme. «Non credo proprio si tratti di un gesto politico», taglia corto il sindaco Daniele Fraccaroli, «l’elezione di un sindaco non va a incidere sul significato della bandiera italiana. Sono solo dicerie quelle che attribuiscono il gesto a una ripicca per il fatto che sono diventato sindaco». Mentre Fraccaroli punta a smorzare le polemiche e a minimizzare su quanto accaduto in paese, e in particolare a Venera, gli umori sono contrastanti. C’è infatti chi condanna fermamente il gesto e chi invece, seppur velatamente, lo appoggia in nome dell’autonomia del Veneto che tarda ad essere approvata. In particolare nella frazione la scomparsa del simbolo dell’Italia viene visto come una protesta contro ciò che rappresenta lo Stato. «La bandiera?», sbotta un giovane del paese, «non vedo nulla di così grave portare via o bruciare un pezzo di stoffa che rappresenta uno stato nel quale molti non si riconoscono». Per un anziano di Venera, nato e vissuto nella frazione, quanto successo è invece preoccupante. «Era il simbolo di chi è morto per farci vivere in uno stato come questo», spiega il pensionato, «i giovani non sanno o non vogliono ricordare i sacrifici dei loro nonni per un’Italia migliore. Rubare la bandiera è per me come se avessero portato via il crocifisso in chiesa». Solo un’ attenta visione delle telecamere di sorveglianza posizionate sulla piazza potrebbe risolvere il mistero e dare un volto a chi ha portato via il vessillo che sventolava sul monumento. L’obiettivo tuttavia potrebbe non aver inquadrato bene l’angolo interessato, perché coperto in parte da alcune piante che avrebbero quindi fatto da scudo agli autori del gesto. •

RI.MI.

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