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Il racconto dopo la rapina

«Stai zitta, fuori i soldi, ti ammazzo
Poi hanno buttato a terra mio marito»

Il racconto dopo la rapina
La signora Ada Vecchini
La signora Ada Vecchini
La signora Ada Vecchini
La signora Ada Vecchini

«Stai zitta, voglio i soldi, stati zitta, ti ammazzo, ti ammazzo». Ada Vecchini, la pensionata 85enne rapinata sabato scorso da due banditi nella sua casa di Correzzo assieme al marito Carlo Bertelli, ha la voce incrinata, e trattiene a stento le lacrime, nel ripercorrere quei terribili frangenti da cui fortunatamente gli anziani coniugi sono usciti illesi. Anche se la donna ha ancora il terrore dipinto negli occhi solo a raccontare i 10 minuti da brividi che hanno spezzato per sempre la tranquillità nel casolare immerso nelle campagne di via Levà di Sotto, alla periferia di Gazzo.

Suo marito, classe 1929, porta invece sul corpo i lividi rimediati cadendo a terra dopo essere stato spintonato da uno dei malviventi nel disperato tentativo di reagire a quell’assalto improvviso di cui la coppia è rimasta vittima verso l’ora di cena. «Erano da poco passate le 19 e stavamo guardando la televisione quando hanno suonato alla porta», prosegue la donna mettendo in fila i tasselli della drammatica esperienza da cui farà sicuramente fatica a riprendersi». «Pensavamo fosse nostro figlio, anche se la cosa appariva alquanto strana visto che se ne era appena andato e sono andata ad aprire», aggiunge l’85enne, facendo trasparire una grande forza che contrasta con un fisico minuto. E, di punto in bianco, è iniziata per gli ultraottantenni di Correzzo un incubo simile a quello visto e sentito tante volte in tv.

 

«Non appena si è spalancata la porta», ricorda l’anziana, «mi sino trovata di fronte due uomini con il volto coperto dal passamontagna che impugnavano un pezzo di ferro. Senza perdere tempo, mi hanno spinto dentro afferrandomi per un braccio. Poi hanno iniziato a minacciarmi pretendendo con insistenza soldi. Intanto è accorso mio marito, che ha tentato di ribellarsi a quei ceffi che parlavano in italiano senza particolari accenti». Per tutta risposta, i rapinatori hanno subito immobilizzato l’88enne, senza però usargli violenza. Anche se è bastata una spinta energica, che l’età e le sue gambe fragili non hanno retto, per farlo finire sul pavimento. Quindi i banditi gli hanno sfilato l’orologio dal polso e hanno iniziato a rovistare in tutte le stanze dopo aver costretto la coppia, fatta sedere nel salottino affacciato sull’ingresso, a starsene buona. Minuti scanditi dall’angoscia e dal terrore di fare una brutta fine, che ai due coniugi sono sembrati un’eternità.

Poi, al termine della razzia, gli uomini incappucciati sono fuggiti con un bottino magro: poche decine di euro e qualche gioiello di famiglia di modico valore. Tanto che, percorse poche centinaia di metri a bordo di un’auto parcheggiata nelle vicinanze del casolare, hanno scippato la collana ad una 75enne incrociata durante la fuga su una via situata poco lontano. «Erano magri magri, saranno stati 30 chili», riferisce la signora Ada, «e indossavano delle specie di tute di colore scuro a manica lunga. Le mani erano invece fasciate da guanti rigati di blu e reggevano la barra di ferro con cui ci hanno minacciato». Ora la speranza dei due pensionati, ancora spaventati dall’incubo vissuto, è che i malviventi che li hanno tenuti in scacco in casa vengano assicurati alla giustizia.

E la stessa cosa si augura anche la 59enne presa a pugni e rapinata la sera di Ferragosto nella sua villetta di Castagnaro, a 35 chilometri da Correzzo. «Speriamo che li prendano presto perché non auguriamo a nessuno la brutta esperienza che abbiamo subito», conclude la pensionata con il groppo in gola.

Stefano Nicoli

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