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Sos bancomat, si mobilita il sindaco

Un prelievo di contanti al bancomat, a San Pietro di Morubio non è più possibileL’ufficio postale di San Pietro di Morubio
Un prelievo di contanti al bancomat, a San Pietro di Morubio non è più possibileL’ufficio postale di San Pietro di Morubio
Un prelievo di contanti al bancomat, a San Pietro di Morubio non è più possibileL’ufficio postale di San Pietro di Morubio
Un prelievo di contanti al bancomat, a San Pietro di Morubio non è più possibileL’ufficio postale di San Pietro di Morubio

Da mesi a San Pietro di Morubio il denaro contante è una merce rara. Da quasi un anno ormai, infatti, la storica filiale dell’unica banca presente nel capoluogo, l’Unicredit (ex cassa di risparmio di VR-VI-BL), si è trasferita per una riorganizzazione interna, lasciando la palazzina di via Marconi 17 desolatamente vuota. Niente banca, niente bancomat. Per i residenti tutto ciò si è tradotto in un taglio dei servizi. Per i prelievi di contanti infatti ci si deve spostare di qualche chilometro, nella frazione Bonavicina, o in qualche altro comune del circondario. In centro rimane l’ufficio postale, privo però dell’Atm Postamat e che, tra l’altro, nel periodo estivo è aperto solo la mattina e a giorni alterni. In Posta c’è la possibilità di ritirare contanti, ma lo si deve fare allo sportello - aperto a singhiozzo, come dicevamo - dopo aver fatto la fila con chi deve pagare le bollette. Con il passare dei mesi, il disagio dei residenti si fa sempre più sentire e ne patiscono le conseguenze anche i negozianti che hanno notato una calo di vendite da quando non c’è più un bancomat in paese. Un calo che è stato quantificato fino al 30 per cento in meno di acquisti. Chi va fuori paese a rifornirsi di banconote infatti, già che ha fatto strada, fa anche le compere altrove e così chi ha un negozio a San Pietro di Morubio vede entrare sempre meno clienti. Una carenza che sarà presto presa in esame anche in consiglio comunale. Il gruppo consiliare della Lega annuncia infatti la presentazione di una interpellanza sull’argomento. Intanto si prospettano alcune soluzioni, che non si escludono a vicenda. Il sindaco Corrado Vincenzi riferisce: «Ci stiamo lavorando. Abbiamo preso contatti con altri istituti di credito presenti nel territorio e stiamo ragionando sull’installazione di un bancomat, speriamo entro l’anno. L’apertura di una nuova filiale, viste le dimensioni della nostra comunità è da escludere, l’installazione di un bancomat completamente automatico invece potrebbe avvenire e forse in tempi brevi. Se anche le Poste intendono attivarsi, noi ne saremo più che contenti». Quanto alle iniziative delle Poste, la direzione regionale fa sapere che Posteitaliane ha avviato un progetto per andare incontro e aiutare i centri inferiori a 5mila abitanti. Poste italiane ha già cominciato nei primi mesi del 2019 a invertire la rotta, rispetto la chiusura e l’abbandono dei piccoli centri. Lo ha fatto attuando un piano per estendere la rete capillare di Poste Italiane. La soluzione potrebbe essere l’installazione di uno sportello automatico Atm Postamat che consenta ai residenti, sette giorni su sette, e 24 ore su 24, di usufruire di una serie di servizi, non solo il prelievo di denaro ma anche le ricariche telefoniche e le carte Postepay, oltre al pagamento di bollette e alla consultazione dell’estratto conto. Le installazioni sono parte di un più ampio progetto nazionale che ha l’obiettivo di soddisfare al meglio le esigenze delle piccole comunità locali, così come promesso nei «dieci impegni per i piccoli comuni» presentati dall’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, consultabile sul nuovo portale web dedicato, all’indirizzo www.posteitaliane.it/piccoli-comuni dove si trova un resoconto di quanto finora attuato. Si tratta quindi di attivare la procedura che può partire da una semplice richiesta da parte della stessa amministrazione comunale alla quale farà seguito un sopralluogo per vedere la fattibilità della installazione. La direzione di Poste Italiane ha scritto al sindaco per avviare tale procedura e verificare nei prossimi giorni se l’ufficio di via Kennedy 7 sia adeguato. •

Roberto Massagrande

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