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«Siamo stanchi: faremo un esposto contro ignoti»

Stefano Marzotto
Stefano Marzotto
Stefano Marzotto
Stefano Marzotto

Pronti a fare un esposto contro ignoti per inquinamento. Terminata l’emergenza, alcuni Comuni del Colognese non sono disposti a leccarsi per l’ennesima volta le ferite in silenzio e passano all’attacco. La riapertura dei canali irrigui e la revoca delle ordinanze di divieto di pesca e prelievo di acqua del Guà per irrigare e abbeverare il bestiame non mette la parola fine ad una vicenda preoccupante dal punto di vista ambientale. L’ennesima sciagura ecologica che la Bassa veronese si trova a dover affrontare a causa di problematiche e incidenti riguardanti le industrie dell'Ovest vicentino ha fatto saltare i nervi agli amministratori del Colognese di vecchia data, abituati alle lotte contro i reflui conciari e i Pfas. I due vicesindaci di Pressana, Stefano Marzotto, e di Zimella, Giuseppe Piubello, pur grati alle persone (molti volontari) che hanno lavorato giorno e notte per evitare che il disastro diventasse irreparabile, vogliono capire «se ci sia stata qualche negligenza nella gestione della situazione durante e subito dopo lo spegnimento del maxi incendio di Brendola». Marzotto, in accordo con il sindaco Renato Greghi, sta valutando «di presentare un esposto contro ignoti per l’inquinamento del Guà», che ha danneggiato flora e fauna del fiume e rischiato di compromettere l’agricoltura di tre province. «Questo evento era prevedibile? Si poteva evitare?», si domanda Marzotto. Sia Greghi che Sonia Biasin, sindaco di Zimella, hanno lamentato la lentezza con cui sono giunti negli uffici comunali i risultati delle analisi sulle acque del Guà, oltre al ritardo con cui è stato dato l’allarme per la contaminazione in arrivo da Brendola. Per Piubello «servono a poco i vari Piani di protezione civile comunale se le aziende a rischio ambientale non attivano loro stesse dei Piani di azione in caso di incidente rilevante e sversamento di sostanze tossiche».

P.B.

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