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Ruba soldi e gioielli, badante denunciata

Anziana accudita da una badante: a Bonavigo derubata una 87enne
Anziana accudita da una badante: a Bonavigo derubata una 87enne
Anziana accudita da una badante: a Bonavigo derubata una 87enne
Anziana accudita da una badante: a Bonavigo derubata una 87enne

Per alcuni mesi si è presa cura di una 87enne del paese diventando un po’ il suo angelo custode. Tuttavia, malgrado fosse affettuosa e prodiga di attenzioni nei confronti di Teresa (il nome è di fantasia a tutela della vittima ndr), una badante 63enne di Bonavigo non si è rivelata affatto l’angelo che la malcapitata anziana credeva di aver incontrato. L’assistente familiare avrebbe infatti tradito, in diverse circostanze, la fiducia della pensionata che l’aveva accolta in casa sua come una figlia. Approfittando del fatto che la donna, pur essendo perfettamente lucida, ha qualche problema di deambulazione, e che aveva perciò piena libertà di girare nella villetta senza essere controllata, si sarebbe impossessata di soldi e gioielli. Almeno stando alla denuncia depositata questa settimana in Procura a Verona, dove il pm Stefano Aresu ha aperto un fascicolo nei confronti di M.A. e di suo figlio A.Y., 37 anni, residente a Minerbe. Per la prima viene ipotizzato il reato di furto in abitazione con la duplice aggravante dell’abuso di relazioni domestiche e di aver agito nei confronti di una persona di età avanzata ostacolandone la privata difesa. Per il secondo si profila invece l’accusa di ricettazione. Tutto è partito un anno fa quando l’anziana e i suoi figli si sono accorti che erano spariti dall’abitazione diversi monili, per un valore di circa 10mila euro, e alcune migliaia di euro di risparmi - non è stato possibile quantificare la cifra - che la pensionata aveva l’abitudine di custodire in diversi «nascondigli» domestici. I sospetti si sono subito concentrati sulla badante, già indagata in passato per una vicenda analoga, che in quel periodo aveva accudito l’87enne frequentando quotidianamente la casa da cui di punto in bianco si sono volatilizzati, oltre al denaro, collane, anelli, spille e bracciali. Preziosi in cui, al di là del valore materiale, erano condensati i ricordi e gli affetti di una vita. Messa alle strette dai parenti di Teresa, M.A., che era stata subito allontanata, aveva restituito 1.400 euro, somma che avrebbe «prelevato» per fronteggiare alcune difficoltà temporanee. Ma dell’oro nessuna traccia. Anzi, la badante ha continuato a negare insistendo che non ne sapeva nulla. Una resistenza che un mese fa ha spinto perciò un figlio della donna a rivolgersi ai carabinieri per denunciare l’ennesima brutta storia ai danni di una persona fragile ed indifesa. A quel punto sono scattate le indagini che una decina di giorni fa sono culminate nella perquisizione, disposta dal pm Aresu, a casa della 63enne dove non è stata rinvenuta la refurtiva. Ma gli uomini del maresciallo Simone Bazzani non si sono dati per vinti. E, alla stregua di quanto era successo lo scorso gennaio nell’ambito dell’«Operazione ladroni» - l’indagine che aveva permesso di sgominare la banda specializzata in furti in abitazione e colpi con la tecnica dell’abbraccio, con il recupero di oltre 140 pezzi tra gioielli e orologi rubati - hanno iniziato a setacciare i «Compro Oro» della Bassa. E il loro fiuto non li ha traditi. I militari del capitano Lucio De Angelis sono riusciti infatti a rintracciare una parte dei monili sottratti alla pensionata di Bonavigo per un valore di circa 5mila euro. Purtroppo, dei gioielli in questione erano rimasti però soltanto le foto e i documenti riguardanti il ritiro poichè nel frattempo sono stati fusi. Elementi comunque sufficienti a risalire a chi li aveva ceduti: la badante e suo figlio. L’ultimo tassello della laboriosa indagine è arrivato dal riconoscimento fotografico, da parte dei parenti di Teresa, i quali hanno confermato senza esitazione che si trattava proprio dei preziosi rubati all’anziana madre. Si attendono ora gli sviluppi della duplice denuncia che ha già fatto il giro del piccolo centro dell’Adige Fratta suscitando clamore e molta indignazione. •

Stefano Nicoli

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