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Il salvataggio nel Bussè

Irene a scuola dopo lo spavento
«Maestra, ho i libri tutti bagnati!»

Il salvataggio nel Bussè
Irene al rientro a scuola (Dienne)
Irene al rientro a scuola (Dienne)
Irene al rientro a scuola (Dienne)
Irene al rientro a scuola (Dienne)

«Maestra Adriana, quando l’auto è finita nel canale il mio zaino si è bagnato tutto. L’ho recuperato, ma i libri e i quaderni sono inzuppati, come faccio ora?».

È così che ieri mattina la piccola Irene Bano, tornata a scuola dopo la brutta avventura vissuta lunedì insieme alla mamma Giorgia, si è rivolta alla sua maestra di matematica e scienze Adriana Puttini che l’ha accolta al rientro in classe.

Il suo primo pensiero, varcando accanto a papà Daniele il cancello delle primarie Don Giuseppe Trecca di San Pietro di Legnago dove frequenta la terza classe, è andato proprio alla sua vita di ogni giorno, fatta di quaderni, di compiti per casa, di libri perfettamente sottolineati a matita, di pennarelli colorati e album da disegno. Del resto Irene non si sente affatto una mini eroina, come in tanti ormai la ritengono, ma una normalissima bambina di otto anni che, dopo aver corso il serio pericolo di perdere la vita insieme alla sua mamma ed essere riuscita con un piccolo grande gesto a mettere in salvo entrambe con una naturalezza e prontezza di riflessi disarmanti, desidera solo tornare alla sua quotidianità. Inevitabile però che ieri mattina, al suono della campanella, gli occhi e il cuore di maestre e compagni fossero tutti rivolti a lei.

 

E mentre le insegnanti nel rivederla e nel riabbracciarla sono riuscite a stento a trattenere l’emozione pensando a quello che sarebbe successo se Irene non fosse stata così pronta ad alzare il finestrino elettrico della Kia, molti dei suoi compagni l’hanno letteralmente sommersa di abbracci. Ma anche bombardata di domande per farsi raccontare, in una sorta di film d’avventura a ritroso, ogni minimo dettaglio di quei terribili minuti vissuti mentre l’auto di mamma Giorgia si inabissava velocemente nelle acque profonde del Bussè. Domande alle quali la piccola «salvatrice» ha risposto con un’incredibile spontaneità raccontando di essere stata lei a premere l’alzacristalli posteriore della macchina, ma anche di aver avuto tanta paura, soprattutto per la sua mamma.

La notizia di quanto accaduto era trapelata via whatsapp tra alcuni genitori dei compagni di classe di Irene già nella tarda mattinata di lunedì, a pochissime ore dall’incidente. Tanto che molti di loro, con i rispettivi figli, avevano voluto andare a salutarla a casa subito dopo la fine delle operazioni di recupero dell’auto alle quali, tra l’altro, la coraggiosa bambina ha assistito senza alcuna esitazione.

 

«Nonostante le fonti ufficiali dei media non riportassero i nominativi della mamma e figlia coinvolte», spiega l’insegnante Puttini, che è anche la docente fiduciaria del plesso, «qualche famiglia già sapeva del fatto tanto che poco dopo si era già messa in contatto con i Bano. A scuola, invece, eravamo ignari di tutto. Lunedì mattina, tra l’altro, oltre a Irene, erano assenti altri sei bambini nella sua classe, per cui non abbiamo nemmeno dato peso alla sua assenza, ipotizzando semplicemente qualche piccola indisposizione come per gli altri alunni. Immaginatevi quindi il nostro stato d’animo quando stamattina (ieri per chi legge, ndr) siamo venuti a conoscenza dell’incidente. Appena l’ho vista all’ingresso dell’istituto l’ho abbracciata forte. È stata una gioia immensa. Lei», racconta l’insegnante, «era tranquilla e serena anche se preoccupata per i quaderni rovinati dall’ acqua. Io invece pensavo solo a quanto fosse bello averla tra noi e le ripetevo che ciò che contava era che fossimo di nuovo insieme. In fondo, però, non mi meraviglio che Irene sia stata capace di affrontare con questo coraggio la situazione. È sempre stata una bambina attenta, precisa e matura, molto più di tanti suoi coetanei», conclude.

Elisabetta Papa

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