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Inchiesta per omicidio colposo Si indaga sulla morte di Percali

Stefano Percali con la moglie Yvonne Scevaroli
Stefano Percali con la moglie Yvonne Scevaroli
Stefano Percali con la moglie Yvonne Scevaroli
Stefano Percali con la moglie Yvonne Scevaroli

Non è ancora stata fissata la data del funerale di Stefano Percali, l'autista della Salvagnini morto tragicamente martedì mattina, schiacciato da un carrello elevatore mentre si accingeva alle operazioni di carico del materiale, all’interno della Mec Tronic di Colognola ai Colli. La Procura ha infatti aperto un'inchiesta per omicidio colposo, per accertare le responsabilità dell'accaduto. La morte di Percali, 50 anni, sposato e padre di due bambini, ha destato molto clamore e commozione non solo a Lonigo, dove l'uomo viveva con la sua famiglia, ma anche a Cologna, comune dov'è nata e vissuta la moglie Yvonne, di 40 anni. Non sono ancora chiare le circostanze in cui è avvenuto l'infortunio mortale nell'azienda. Dalle prime testimonianze sembra che il muletto stesse compiendo delle manovre e abbia investito inavvertitamente Percali. Il pubblico ministero sta attendendo la relazione dello Spisal per decidere chi iscrivere sul registro degli indagati e accertare le responsabilità dell'accaduto. Intanto i sindacati di Verona e Vicenza lanciano l'allarme sul numero elevato di infortuni mortali nei luoghi di lavoro. «Mentre attendiamo l’esito delle indagini che sono ancora in corso, Cgil, Cisl e Uil, oltre a esprimere vicinanza e cordoglio alla famiglia della vittima, considerano necessario e doveroso fermarci e riflettere, per responsabilizzare tutti rispetto ad un dramma che continua a ripetersi, quello delle troppe vittime innocenti sui luoghi di lavoro, tragedie che portano infinito dolore e che producono danni alla società». Per questo le sigle sindacali «proclamano uno sciopero provinciale di tutte le lavoratrici e i lavoratori nel giorno delle esequie del lavoratore deceduto o, in alternativa, nell’ultima ora di lavoro per i giornalieri o del proprio turno di lavoro per i turnisti». La data dei funerali sarà nota solo dopo il nulla osta della Procura alla sepoltura. Nulla osta che fino a ieri non era arrivato neppure per Sara Pavan, la cinquantenne deceduta in un violento schianto in auto avvenuto sabato scorso, all'uscita del casello autostradale di Montebello Vicentino. La notizia della morte di Percali è rimbalzata ieri nella città del mandorlato e ha gettato nello sconforto molte persone. La colognese Yvonne Scevaroli, infatti, da piccola ha già vissuto sulla propria pelle una terribile sciagura, esattamente com'era successo a Sara Pavan a 17 anni. Mentre Pavan aveva perso la madre a causa di un a grave malattia, Yvonne ha dovuto dire addio al proprio papà quando aveva solo 9 anni e frequentava ancora le scuole elementari. Adelio Scevaroli era il titolare de La Torre, l'albergo che si affaccia sulla storica piazza Mazzini, a Cologna. Inoltre aveva anche un'impresa edile con i fratelli. All'alba di un giorno di fine ottobre del 1988, alla guida della sua auto, Scevaroli non riuscì a frenare in tempo e finì contro un camion all'altezza del concessionario Zancauto di Zimella, morendo sul colpo. Sua moglie Marisa aveva solo 35 anni e tre figli da crescere: Ilenia, allora undicenne, e i due fratelli più piccoli Yvonne e Igor. Con grande forza d'animo, la vedova riuscì a fatica ad affrontare la disgrazia e a dare una speranza di futuro e felicità ai suoi figli. Fino ad oggi. Adesso, con la terribile morte del marito di Yvonne, si è riaperta una profonda ferita. Anche Stefano Percali, come Adelio Scevaroli 32 anni fa, ha lasciato una moglie e due bimbi piccoli, uno di 7 anni e uno di appena 8 mesi. Servirà tutto l'affetto dei parenti e degli amici per cercare di superare una tragedia di tale entità. Anche la comunità di Cologna si stringe attorno a questa sfortunata famiglia. •

P.B.

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