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Il Leb è in funzione, via alla stagione irrigua

L’apertura, a Cologna,  del canale artificiale Leb  (Lessineo Euganeo Berico) per la stagione irrigua
L’apertura, a Cologna, del canale artificiale Leb (Lessineo Euganeo Berico) per la stagione irrigua
L’apertura, a Cologna,  del canale artificiale Leb  (Lessineo Euganeo Berico) per la stagione irrigua
L’apertura, a Cologna, del canale artificiale Leb (Lessineo Euganeo Berico) per la stagione irrigua

Luca Fiorin Il canale che da solo garantisce l'irrigazione in un'ampia area del Veneto centro-meridionale è entrato in piena funzione. Il Leb - questo è il nome del corso d'acqua artificiale, che preleva acqua pulita dall'Adige a Belfiore e, dopo 44 chilometri percorsi in parte a cielo aperto ed in parte sotto terra, arriva a Cologna Veneta - sabato 14 marzo ha iniziato ad essere la fonte di approvvigionamento di un vastissimo sistema irriguo. L'apertura delle paratie che ha segnato l'avvio della stagione irrigua, infatti, significa la disponibilità di acqua per l'irrigazione di un'area che si estende su 102 Comuni, tra le provincie di Verona, Vicenza, Padova e Venezia. Si tratta di un territorio di 350mila ettari, di cui oltre 82mila a vocazione agricola. «Nonostante il difficile momento per l’emergenza del coronavirus, anzi a maggior ragione proprio perché ci troviamo in questa situazione, il Consorzio sta lavorando a pieno regime», spiega Moreno Cavazza, presidente del Leb. «Il Leb, infatti, svolge un servizio essenziale per il comparto agricolo, che sta garantendo una continuità di forniture alimentari alla popolazione», continua. Durante i mesi invernali, gli addetti del Consorzio hanno realizzato una serie di interventi di carattere tecnico e funzionale per la messa in sicurezza, la manutenzione e il ripristino della rete di distribuzione di acqua del canale, affinché il flusso delle acque possa essere continuo e costante. «Attualmente la situazione quanto a disponibilità d'acqua è normale», prosegue Cavazza. «Il livello dell'Adige è alto, per cui al momento non ci sono segnali che facciano presagire particolari criticità. Certo se non dovesse piovere a lungo potrebbero emergere problemi, ma eventualmente ci penseremo a tempo debito». Il Leb, oltre ad essere un elemento cardine dell'agricoltura, è anche una realtà che ha una funzione ambientale decisamente rilevante. Una parte delle acque che esso trasporta, infatti, viene utilizzata per diluire gli scarichi nel fiume Fratta-Gorzone del «tubo»: il collettore che a Cologna scarica le acque reflue di cinque depuratori del Vicentino – quelli di Arzignano, Montecchio Maggiore, Montebello, Trissino e Lonigo – trasportando a valle anche quantità non irrilevanti di sostanze inquinanti. Come quelle presenti nel residuo delle attività conciarie della Valle del Chiampo o i Pfas, che nel Vicentino venivano prodotti ed utilizzati. Proprio per evitare che queste sostanze siano contenute nelle acque che vengono usate per l'irrigazione in una fascia di territorio che dal Colognese arriva sino al Padovano, il Consorzio di bonifica Adige-Euganeo ha elaborato un progetto che prevede la derivazione di 2,5 metri cubi al secondo di acqua dal canale, rispetto ad una portata media di 26,5. Quei 2,5 metri cubi verranno portati in provincia di Padova con un «tubino». Un'idea che, nonostante qualche presa di posizione contraria nel Veronese, verrà realizzata il prossimo anno. È infatti in corso la gara d'appalto per i lavori. Verrà invece aperto il prossimo ottobre il cantiere che porterà al rifacimento dell'interno delle sponde del canale Leb, nel tratto lungo 4,8 chilometri posto fra Belfiore e Desmontà di Veronella. Un'operazione per la quale, prima di Pasqua, si dovrebbe arrivare all'affidamento dei lavori, di cui nei prossimi mesi verranno effettuate le operazioni preliminari. Intanto, si attende anche il rinnovo del Consiglio di amministrazione del Consorzio che gestisce il canale. Un passaggio che avrebbe dovuto già essere stato realizzato e che è stato sospeso a causa dell'epidemia in corso. •

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