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«Diteci come è morto Luca»

La moto del 37enne finita contro il guardrail della tangenziale sud
La moto del 37enne finita contro il guardrail della tangenziale sud
La moto del 37enne finita contro il guardrail della tangenziale sud
La moto del 37enne finita contro il guardrail della tangenziale sud

«Vogliamo sapere come è morto il nostro Luca». A tre anni di distanza dal tragico incidente, avvenuto sulla tangenziale sud nei pressi di Madonna di Dossobuono, che è costato la vita a Luca Lorenzoni, 37 anni, residente a Villafontana, i suoi genitori, Giovanni e Valeria, non si danno per vinti. E, in memoria del loro unico figlio la cui perdita è una ferita dolorosa impossibile da rimarginare, rilanciano l’appello fatto all’indomani dell’incidente per cercare testimonianze utili a ricostruire la dinamica dei fatti. Il motociclista è uscito di strada nel pomeriggio di sabato 23 settembre 2017, in pieno giorno, con un’ottima visibilità e l’asfalto asciutto. Era salito in sella alla sua moto appena tornato a casa dal lavoro, quel giorno era di turno alle cartiere Fedrigoni, e quando è piombato contro il guardrail percorreva un tratto di strada che conosceva molto bene. Da sempre appassionato di moto, ne aveva avute tre, non beveva e non fumava. In base ai risultati dell’autopsia risultò negativo a sostanze stupefacenti e alcoli. Non aveva mai fatto incidenti e dopo anni di guida la sua patente era immacolata, completa di tutti i punti. «Gli amici che lo conoscevano bene», affermano i genitori, «al pari nostro non si spiegano l’accaduto e sono convinti che qualcosa lo abbia costretto ad una manovra che poi lo ha spinto fuori traiettoria, facendolo finire contro la barriera metallica dopo un inutile tentativo di frenata. Ciò che ha convinto i genitori che qualcosa deve essere successo, e che non si sia trattato perciò di una sbandata autonoma, è proprio la lunga frenata lasciata sull’asfalto prima dell’impatto. Una frenata, messa in evidenza dalla polizia che ha fatto i primi rilievi dopo l’incidente a seguito del quale la moto si incendiò. Segno evidente che Luca si era reso conto del pericolo al quale andava incontro. Nessun altro mezzo è rimasto però coinvolto nello schianto e l’unica testimonianza raccolta all’epoca, quella di un residente, non ha in realtà chiarito fino in fondo cosa sia realmente successo. Ecco perchè la famiglia è alla ricerca di altri eventuali testimoni dell’impatto avvenuto in prossimità di uno svincolo della tangenziale. Ai genitori del 37enne rimane il sospetto che l’uscita di strada fatale al figlio sia stata provocata da qualcosa, forse un altro veicolo. «La nostra speranza è quella di riuscire a scoprire la verità», confida con le lacrime agli occhi mamma Valeria, «stentiamo a credere ad un’uscita di strada autonoma, sapere come sono andate realmente le cose ci darebbe sollievo». Non c’erano telecamere in quel tratto, in seguito sono state installate le luci intermittenti che invitano a rallentare ed è stato rifatto il guardrail». Nel frattempo è stato recuperato il cellulare di Luca, rinvenuto a distanza di qualche tempo dal terribile scontro dai carabinieri che lo hanno restituito ai familiari. A volte Luca fissava lo smartphone al serbatoio ma quel pomeriggio non lo stava usando come navigatore. Al momento dell’incidente non sono perciò memorizzati dati utili a ricostruire l’accaduto. Ai genitori è pure arrivato il conto della riparazione del guardrail danneggiato dallo scontro: per fortuna ci ha pensato l’assicurazione. «Chi avesse assistito alla terribile scena o sapesse qualcosa, anche un piccolo particolare, può chiamare o mandare un messaggio al numero 349. 89.25.166», sollecitano due genitori afflitti da un dolore inconsolabile. •

Roberto Massagrande

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