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Corte Grande, un degrado inarrestabile

Il palazzetto settecentesco da cui si sono staccati pezzi di intonaco
Il palazzetto settecentesco da cui si sono staccati pezzi di intonaco
Il palazzetto settecentesco da cui si sono staccati pezzi di intonaco
Il palazzetto settecentesco da cui si sono staccati pezzi di intonaco

Cadono calcinacci da Corte Grande sul marciapiede di piazza Marconi: il disfacimento del grande complesso monumentale nel cuore di Veronella è giunto ormai ad un livello davvero allarmante e si temono nuovi crolli se non si troverà al più presto una soluzione per il recupero della villa. Giovedì mattina, un cittadino che stava passeggiando tranquillamente sulla banchina pedonale che costeggia il muro di cinta di Corte Grande - maestosa villa con annessi rustici e brolo che affonda le sue radici nel Trecento e che vide lavorare perfino il grande architetto Andrea Palladio nelle barchesse – ha sentito che una pioggia di intonaci sbriciolati gli cadeva sulle spalle e sul capo e si è spaventato. Ha guardato in alto, verso il cosiddetto Palazzetto del Settecento (uno degli immobili signorili di Corte Grande), e ha capito che sulla facciata alcuni frammenti di malta si stavano letteralmente sgretolando. A quel punto è sceso immediatamente dal marciapiede, temendo che dall'edificio si staccasse anche qualche pezzo di pietra o di laterizio particolarmente deteriorato. Il municipio sorge proprio di fronte a Corte Grande e il pedone si è subito rivolto al sindaco Loris Rossi, avvertendolo del problema. Il primo cittadino, dopo aver constatato personalmente il danno e la presenza di materiale sulla pubblica via, ha chiesto agli operai comunali di transennare con un nastro segnaletico una decina di metri di marciapiede, per evitare che nuove cadute di intonaci potessero colpire altre persone di passaggio. Successivamente ha avvertito la proprietaria dell'accaduto. La notizia dell'ennesimo problema legato all'abbandono e al degrado di alcune porzioni del complesso che da sette secoli è di proprietà della famiglia Serego ha fatto in fretta il giro del paese. Il gruppo di attivisti di «Salviamo Corte Grande di Veronella» ha lanciato l'allarme sulla propria pagina Facebook. I volontari hanno ricordato che nel dicembre del 2019 la proprietaria, Carolina di Serego, fu diffidata dalla Soprintendenza a mettere in sicurezza e a ripristinare le parti crollate negli ultimi anni ma, nonostante questo, «stiamo assistendo ad un nuovo crollo. Quali provvedimenti sono stati adottati per il ripristino?», si chiedono gli attivisti. «Temiamo che anche in questo caso non succeda nulla». Il gruppo negli ultimi anni ha fatto di tutto per tenere alta l'attenzione su questo gioiello architettonico. Ha interpellato il Fai, ha scomodato autorità, istituzioni come il Cisa (Centro studi Andrea Palladio) di Vicenza, ricercatori, perfino imprenditori, come Giovanni Rana, che a Corte Grande è particolarmente legato perché i suoi fratelli maggiori vi nacquero quando i suoi genitori vivevano in uno dei fabbricati del complesso. Purtroppo la proprietà non è ancora riuscita a trovare un acquirente interessato non solo a comprare, ma anche a far rinascere la villa. Le ultime indiscrezioni, però, indicano che le trattative fra Serego e alcune persone interessate ad un recupero di Corte Grande stiano andando avanti. È la speranza dell'amministrazione comunale e di tutti i cittadini di Veronella, che sanno quali potenzialità avrebbe la riapertura di un piccolo mondo antico (il complesso occupa ben 40 mila metri quadrati e venne chiamato Cucchetta, dal vecchio nome di Veronella, Cucca ndr) posto proprio al centro del Comune. Qualche cittadino ha inviato le foto del disfacimento degli intonaci pure all'ispettore onorario di zona della Soprintendenza Gianni Rigodanzo, che ha subito scritto una lettera di segnalazione al Responsabile della tutela architettonica e paesaggistica della provincia di Verona, Marco Cofani. •

Paola Bosaro

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