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Bruciato il tricolore del monumento

Il monumento ai caduti dove sventolava la bandiera bruciata DIENNE
Il monumento ai caduti dove sventolava la bandiera bruciata DIENNE
Il monumento ai caduti dove sventolava la bandiera bruciata DIENNE
Il monumento ai caduti dove sventolava la bandiera bruciata DIENNE

Il tricolore che sventolava sul pennone del monumento ai caduti di Venera è sparito proprio ieri, alla vigilia della Festa della Repubblica. Nella notte tra venerdì e sabato, ignoti si sono avvicinati infatti al cippo che si trova nella piazza della frazione di Sanguinetto, proprio a ridosso della Regionale 10, e hanno ammainato la bandiera per poi darla alle fiamme. Ad accorgersi dell’atto vandalico sono stati alcuni passanti, che ieri mattina hanno riferito il vergognoso episodio ad Adriano Mantovani, presidente del comitato festeggiamenti di Venera. «Sono corso subito a vedere se era vero che la bandiera era stata bruciata», racconta l’anziano che da molti anni fa il volontario nella località suddivisa tra i Comuni di Sanguinetto, Cerea e Casaleone, «e mi sono accorto che il vessillo era effettivamente scomparso ma non ho trovato alcuna traccia dei resti bruciati. Ciò è spiegabile perché la bandiera era realizzata con materiale plastico e, una volta dato alle fiamme, non resta proprio cenere. Stamattina andrò ad acquistare un’altra bandiera perché domani (oggi, ndr) è necessario esporla per la festa della Repubblica». Sulla corda dove era issato il tricolore si possono comunque notare tracce di fumo. Il gesto ha fatto immediatamente il giro del paese e molti, incuriositi da un’azione mai verificatosi prima d’ora, si sono recati sul posto per vedere di persona cosa fosse successo. Katy Ferrigato, consigliere di minoranza e candidata sindaco alle ultime amministrative, è stata tra i primi ad essere informata e ha subito preso le distanze da questa azione. «Nella piazza di Venera», sostiene la consigliera leghista, «ci sono le telecamere, che puntano anche sul monumento. Ritengo sia indispensabile andare a vedere i filmati in municipio per identificare i responsabili che hanno dato fuoco alla nostra bandiera. La videosorveglianza è sempre attiva e quindi ritengo che si possano individuare a stretto giro i colpevoli che di sicuro pensavano di farla franca». Indignato è anche il neo sindaco Daniele Fraccaroli, che promette di voler fare piena luce sull’episodio. «Andremo sicuramente a fare denuncia ai carabinieri», annuncia il primo cittadino, «sono davvero senza parole per questo episodio avvenuto proprio a ridosso della Festa della Repubblica. Spero che le telecamere abbiano ripreso bene queste persone che, una volta individuate, dovranno rispondere penalmente del loro increscioso comportamento». La legge, infatti, prevede il reato di vilipendio alla bandiera punito dall’articolo 292 del codice penale, con la reclusione fino a due anni e una sanzione da 516 a 2500 euro. Della vicenda, quindi, se ne dovranno occupare i carabinieri della stazione locale, i quali, una volta visionati i filmati delle telecamere, potrebbero risalire a chi ha sottratto il vessillo per poi bruciarlo. Intanto, sugli autori e sul perché di questo gesto insolito si scatenano molte ipotesi, tutte legate a questioni politiche. La frazione è sempre stata determinante per la scelta del sindaco di Sanguinetto, tranne lo scorso 26 maggio quando una maggioranza schiacciante nel capoluogo ha voltato le spalle alla lista di centrodestra guidata da Ferrigato per dirottare i consensi sulla civica trasversale di Fraccaroli. I quattrocento voti in più ottenuti da quest’ultimo ai seggi hanno spiazzato Venera, orientata invece verso il candidato leghista. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Riccardo Mirandola

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