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Anziano sfrattato mentre è ricoverato

Il camioncino del Comune con tutti gli effetti personali dell’anziano
Il camioncino del Comune con tutti gli effetti personali dell’anziano
Il camioncino del Comune con tutti gli effetti personali dell’anziano
Il camioncino del Comune con tutti gli effetti personali dell’anziano

Quel locale al primo piano di via Oratorio 1, a Villa Bartolomea, che l’amministrazione comunale gli aveva concesso come ricovero provvisorio era diventato ormai la sua casa. Un rifugio sicuro con qualche mobile, un fornelletto elettrico e altre piccole cose. Ora però, un pensionato 77enne del paese, già in carico ai Servizi Sociali per diverse difficoltà economiche, non potrà più rivedere la «sua» casa. Quando sarà dimesso dall’ospedale di Legnago, dov’è ricoverato da una decina di giorni, dovrà infatti cercarsi un’altra sistemazione, sempre che le sue condizioni lo permettano. L’altro giorno, il Comune, dopo aver concesso varie proroghe all’anziano, ha infatti dato il via allo sgombero del locale dando seguito all’«ordinanza contingibile e urgente per motivi igienico sanitari», firmata dal sindaco Andrea Tuzza e notificata all’interessato il 14 maggio. Sotto il controllo della polizia locale, il personale comunale ha provveduto, in assenza dell’anziano, a rimuovere dall’immobile tutti i suoi beni e a trasferirli in locali in custodia al Comune. Il documento, con il quale veniva chiesto all’uomo di lasciare libero il locale entro il 30 maggio, parlava chiaro. La stanza data in uso al pensionato a dicembre 2017, oltre ad essere stata offerta «in fase di emergenza abitativa, appare priva di servizi igienici, presenta un impianto elettrico e idraulico non in buone condizioni e un degrado dovuto anche alle immondizie accumulate al suo interno». Da qui la necessità per il Comune «di scongiurare qualsiasi rischio per la pubblica e privata incolumità, inibendo l’uso a fini abitativi e provvedendo all’esecuzione di lavori di prima messa in sicurezza come già programmato da tempo». Nonostante l’ordinanza, il 77enne non si era dato però per vinto. Ai primi di giugno aveva infatti protocollato una lettera con la quale ribadiva al sindaco non solo l’impossibilità di trovarsi al momento un altro alloggio, a causa del persistere delle sue difficoltà economiche, ma anche che il «locale occupato è regolarmente dotato di un servizio igienico seppur in comune con un’altra stanza, libera da tempo». Evidenziando che nell’immobile «non sussistono affatto le condizioni igienico sanitarie descritte nell’ordinanza», l’anziano aveva quindi chiesto al sindaco un’alternativa: restare in uno dei due locali o avere in concessione un alloggio di emergenza abitativa, mettendosi a disposizione per lavori socialmente utili. «L’alloggio», spiega Tuzza, «era stato concesso in via emergenziale solo per dormire e per non più di 6-9 mesi, con la chiara indicazione che il pensionato nel frattempo si attivasse per presentare domanda all’Ater, cosa che non ci risulta sia avvenuta. Lo stesso è accaduto con una comunità alloggio di Cerea che i nostri Servizi sociali gli avevano indicato come soluzione alternativa, ma che lui non ha mai contattato. Inoltre, l’avviso che con il 30 maggio 2019 avrebbe dovuto lasciare il locale gli è stato recapitato ancora a dicembre. I cittadini in difficoltà vanno sempre aiutati, ma nel rispetto e nell’impegno reciproco. È chiaro comunque che il 77enne resterà in carico ai nostri Servizi Sociali. Nel caso in cui, al momento delle dimissioni dall’ospedale, le sue condizioni di salute non siano ottimali, gli sarà trovata una struttura adeguata per la convalescenza». •

Elisabetta Papa

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