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La posta della Olga

Trekking lungo le Mura. Ocio ai tochi che casca

Visto che le mura magistrali continuano a perdere pezzi - scrive la Olga - siamo andati a rivederle prima che crollino del tutto come quelle di Gerico. La solita passeggiata sopra San Zeno in Monte non si è potuta fare perché, dopo l’ennesima caduta di pietrame, il sentiero è stato chiuso. “Motivi di pubblica incolumità“, diceva il cartello comunale. Se uno dei mattoni magistrali mi fosse caduto sulla testa, la fine della mia incolumità sarebbe stata assolutamente privata, non pubblica. Stessa cosa se fosse capitato al mio Gino o a un’altra persona della compagnia del bareto organizzatore della gita. Vestiti da trekking, abbiamo scarpinato molto, in fila indiana dietro il vecchio conte Sguassa Balansìn di Corte Zambón, amico del ragionier Dolimàn, che ci precedeva a cavallo. Dalle Toresèle siamo scesi fino al bastione di San Zeno, in riva all’Adige, dove abbiamo dovuto rispondere a degli indovinelli, tipo chi fosse stato Radetzky. Eravamo sfiniti ma felici di avere accresciuto la nostra cultura. L’architetto Spegassi ci aveva raccomandato «ócio, ste’ distanti dai muri» e così, dove era possibile, abbiamo fatto. Mi sono fatta un selfie ma poi, quando l’ho messo sullo stato, mi sono accorta che dietro avevo un disegno osceno bello grande. C’erano in giro facce da strangolatori del Gange e, infatti, il conte è stato derubato del cavallo. Dire in che stato fossero le mura non saprei, se non che erano piene di scritte porche, ma l’architetto Spegassi che le auscultava con le réce belle grandi, ci diceva di sentire dei piccoli crolli interni e anche dei ropetoni che non annunciavano niente di buono e che lui chiamava «criticità». Il ragionier Dolimàn con in testa il fazzoletto con i groppi agli angoli per ripararsi dal sole ha detto che le mura sono patrimonio dell’Unesco ma che non possiamo dire che siano anche patrimonio nostro perché chi dovrebbe curarsene lo fa solo a parole. Il conte pensava solo al suo cavallo. «Maledetto Radetzky!» imprecava.

Silvino Gonzato

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