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La posta della Olga

Anche il freddo a scuola è un’emergenza

Non agitano cartelli, non urlano slogan, non si azzuffano con la polizia antisommossa, anzi, non essendoci sommossa, non c’è neanche la polizia, ma protestano - scrive la Olga - perché, nonostante questi crudi giorni di fine aprile, i termosifoni delle aule sono freddi patocchi. Il diritto a non patire il freddo non è garantito dalla Costituzione a meno che non lo si faccia rientrare nell’articolo 32 sulla tutela della salute, non è ideologico ma molecolare («Me se ingiàssa le molecole» mai sentìo dir?), e per questo lo si sente, incricca le articolazioni, fa la punta alle orecchie, colora di viola i nasi e anestetizza i piedi. Meglio all’aperto che nelle aule gelide a tentare di seguire le lezioni di insegnanti stoici e a studiare su pagine fredde come le piére. Così hanno fatto gli studenti dell’Istituto Stefani-Bentegodi di Buttapietra e, il giorno dopo, quelli dell’Ips Sammicheli di via Selinunte, in borgo Nuovo. «Butèi, no gh’è sta el tempo de rimétar in moto le caldaie» si giustifica la Provincia da cui dipendono le scuole superiori e spiega che ci vogliono tre giorni prima che riparta tutto l’ambaradàn. In Provincia non leggono le previsioni del tempo o, se le leggono non ci credono, e non guardano verso i monti carichi di neve sennò avrebbero fatto in tempo. Adesso c’è di mezzo il 25 aprile e i tecnici non lavorano. Che gli studenti battano i denti in classe è un’emergenza ma di festa guai a lavorare. Lavorano i medici, gli infermieri, i pompieri, le forze dell’ordine, il personale dei treni e infinite altre categorie ma la Provincia chiude. Nelle scuole che dipendono dal Comune si è fatto in tempo a riaccendere le caldaie, il professor Scalcagnato anche ieri ha messo il panino sul termosifone per poterlo mangiare tiepido alla ricreazione ma la Provincia è stata colta alla sprovvista dal calo delle temperature e adesso c’è il 25 aprile, il ponte e quindi fino a lunedì non se ne parla. Le caldaie si rimetteranno in moto quando sarà tornato il caldo.

Silvino Gonzato

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