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Airc, 5mila ricercatori al lavoro grazie ai fondi

Airc, iniziativa delle azalee
Airc, iniziativa delle azalee
Associazione AIRC

Un numero di guarigioni che ci pone al vertice in Europa. La sopravvivenza a cinque anni aumentata del tre per cento nell’ultimo quinquennio. Tre milioni e mezzo di persone che hanno superato una diagnosi di cancro e che in molti casi hanno un’aspettativa di vita paragonabile a quella di chi non si è mai ammalato. L’Italia è un’eccellenza internazionale nel campo della ricerca oncologica. E se i ricercatori italiani possono lavorare senza sosta per arrivare a diagnosi sempre più precoci e a trattamenti sempre più efficaci e mirati, il merito è anche del contributo fondamentale di Airc, la Fondazione per la ricerca sul cancro, che finanzia le ricerche dei migliori cinquemila studiosi del nostro Paese con l’obiettivo di rendere il cancro sempre più curabile e lavora per diffondere l’informazione scientifica sul tema e promuovere la cultura della prevenzione. 

 

Airc è tra le cinque associazioni scelte da «V.V.B per la vita», la maratona solidale del gruppo Athesis.

 

Sono duemila i volontari attivi in Veneto e Trentino Alto Adige impegnati a sostenere le iniziative a favore di Airc. «In Veneto e in Trentino Alto Adige nel 2019 abbiamo raccolto attraverso manifestazioni, eventi e sponsorizzazioni, donazioni e il 5 per mille ben 11 milioni di euro», spiega Antonio Maria Cartolari, presidente del Comitato Airc per il Veneto e il Trentino Alto Adige, uno dei 17 presenti in Italia, che da cinque anni ha sede a Verona. «E per ogni euro raccolto», precisa, «tolti i costi fissi, 86 centesimi vengono reinvestiti per finanziare progetti e borse di specializzazione». Questo per fare chiarezza sul «percorso» dei fondi raccolti fin dall’inizio fin verso l’investimento finale, quello in un progetto di ricerca finalizzato a battere una delle più temibili malattie della nostra epoca, con risultati sempre più promettenti, grazie anche a una costante opera di prevenzione, soprattutto per quanto riguarda i corretti stili di vita, che Airc sostiene da anni.

 

Ci sono finanziamenti per i ricercatori under 35 che rientrano dall’estero per avviare il proprio laboratorio di ricerca in Italia; altri per progetti selezionati per l’innovatività e il potenziale impatto positivo sui pazienti; quindici programmi speciali finanziati con il 5 per mille, per identificare terapie più efficaci e nuovi strumenti di prevenzione e diagnosi precoce, oltre a combattere le metastasi. «Ogni progetto viene valutato in maniera rigorosa e super partes da due esperti internazionali e da un membro del Comitato tecnico scientifico di Airc». Un impegno fondamentale, quello della Fondazione.

 

Perché di cancro ci si continua ad ammalare: ogni anno in Veneto, secondo il Registro dei tumori, tocca a 16.500 uomini e 15mila donne. Oltre sei milioni e 300mila euro, in tutto, la cifra erogata ai ricercatori nel 2018 solo in Veneto, per il sostegno di 41 progetti. «Per raccogliere fondi, oltre alle campagne nazionali ormai ben conosciute dal grande pubblico come le Arance della salute, l’Azalea, il Nastro Rosa e i Cioccolatini per la ricerca, abbiamo organizzato grandi eventi anche a Verona», aggiunge Cartolari.

 

«Nei prossimi giorni avremo “Mettiti in gioco per Airc”, alla Gran Guardia, e il concerto di Natale al Filarmonico con Roberto Vecchioni. Inoltre abbiamo firmato una partnership quinquennale con Banco Bpm per il supporto alla ricerca e alla divulgazione scientifica», sulla base della quale, contribuendo a grandi eventi di raccolta fondi sul territorio, Banco Bpm contribuirà a sostenere in particolare la ricerca sui tumori femminili e su quelli pediatrici. «Grazie a tutte queste linee d’azione abbiamo erogato quest’anno anche nove borse di studio per i giovani talenti della ricerca», conclude il presidente, «che testimoniano il sostegno a una nuova generazione di scienziati: quelli che in futuro prossimo potranno regalarci un mondo libero dal cancro».

 

Ha sede a Verona uno dei 15 programmi speciali che Airc finanzia con fondi raccolti attraverso il 5 per mille. È quello coordinato dal professor Aldo Scarpa, direttore del centro di ricerca ARC-Net della scuola di Medicina e chirurgia dell’Università di Verona, che studia strumenti innovativi per la valutazione del rischio e la diagnosi precoce del tumore del pancreas, una neoplasia in aumento e tra le più difficili da trattare. «All’interno di questo studio abbiamo cercato di capire perché questo tumore sia resistente all’immunoterapia, molto efficace invece contro altri tipi di tumore», spiega Vincenzo Bronte, direttore della Sezione di Immunologia del dipartimento di Medicina dell’ateneo scaligero. «Abbiamo studiato diversi modelli animali per capire chi sia il responsabile di questa immunosoppressione. E nell’uomo abbiamo isolato una proteina responsabile di questa risposta negativa, che potremo in futuro utilizzare come biomarcatore, ovvero indicatore collegato all’insorgenza della neoplasia, ma anche come bersaglio per migliorare la risposta alle terapie. Infine, abbiamo scoperto che questa proteina risente della chemioterapia classica, che dunque in questo caso potrebbe essere un alleato dell’immunoterapia».

 

Sempre per la sezione di Immunologia, Airc sta finanziando anche Stefano Ugel, impegnato nella ricerca di nuovi farmaci specifici per la stessa neoplasia e rientrato in Italia, dopo un’esperienza negli Stati Uniti, proprio grazie al finanziamento della Fondazione. «Questo finanziamento dà la possibilità ai giovani di andare all’estero con borse di studio prestigiose ma anche di poter rientrare con pacchetti molto competitivi», conclude il dottor Bronte. «E, soprattutto, è garante della meritocrazia. Insomma, un modello da esportare». 

Elisa Pasetto

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