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A Monteforte

Lorenzo non c'è più
Ma fa festa
con altri 100 bimbi

I bambini che hanno partecipato alla festa
I bambini che hanno partecipato alla festa
I bambini che hanno partecipato alla festa
I bambini che hanno partecipato alla festa

La lezione del piccolo principe Lorenzo: «Il tempo non misura l’amore». Mamma Tamara e papà Emanuele, i genitori di Lorenzo Tolo, hanno voluto scrivere anche in una lettera dedicata a più di cento bambini, le stesse parole che hanno inciso sulla pietra che protegge, da un anno, il lungo sonno del loro piccolo. «Il tempo non misura l’amore», ma misura i 365 tramonti e le 365 albe che sono trascorse da quando Lorenzo, a nemmeno un anno di vita, «è tornato sul suo pianeta».

 

Si è giocato tutto sul parallelismo col romanzo culto di Antoine de Saint-Exupéry il pomeriggio del giorno di Santa Lucia, ieri a Monteforte. Perché Lorenzo, che era venuto al mondo la vigilia di Natale del 2014, «è tornato sul suo pianeta dopo averci addomesticati», hanno scritto mamma e papà. Addomesticati nel senso del «Piccolo principe», perché è stato Lorenzo, nella sua battaglia contro l’atrofia muscolare spinale di tipo 1, a creare quel legame. «Avevamo paura di questo giorno», ammettono nelle loro righe Tamara ed Emanuele, «ma a Lorenzo piaceva andare in giro, piaceva la gente e abbiamo scelto di ricordarlo insieme a tanti bambini».

Più di un centinaio hanno affollato l’oratorio per scoprire, con la magia del disegno sulla sabbia e l’allegria del teatro grazie alla compagnia dell’Arca, la storia del Piccolo principe. «Vogliamo dedicare questo pomeriggio al nostro piccolo principe, a Lorenzo, ma anche a tutte le stelle che ora sono con lui.. a Linda, Beatrice, Claudio, Umberto, Bianca...». Sono alcuni dei nomi dei bambini che la Sma si è portata via. Una malattia davvero brutta, «ogni anno in Italia 30 bambini nascono con la Sma di tipo 1, e almeno una ventina ci lasciano nel primo anno di vita», dice Grazia Zappa, psicologa al Sapre di Milano. Il Sapre è il Settore abilitazione precoce genitori, «perché ci sono bambini che nascono con i muscoletti deboli», spiega Zappa ai bambini ammutoliti, «e non possono camminare, muoversi, mangiare, respirare. I loro genitori devono imparare ad aiutarli e noi insegniamo loro a giocare e a divertirsi insieme... per poco tempo... o un po’ di più, dipende da tante situazioni».

 

Il Sapre, che è operativo al Policlinico di Milano, è stato ed è per Tamara ed Emanuele, come per tanti genitori che cercano il volto dei figli nelle stelle, una seconda casa: per questo hanno scelto che il giorno più amato dai bambini, ma che per loro un anno fa è stato quello straziante del distacco, tornasse ad essere la festa magica di Santa Lucia.

«Rimanere a casa a piangere», dice a fine spettacolo papà Emanuele, «sarebbe stato solo andare contro quello che Lorenzo ci ha insegnato, e cioè che il tempo è prezioso, il tempo per qualunque cosa è prezioso. Per questo abbiamo voluto fare qualcosa per altri bambini e, attraverso le offerte per sostenere il Sapre, fare qualcosa anche per i bambini che hanno bisogno. Questo è il modo che abbiamo scelto per continuare il percorso che abbiamo iniziato».

 

Tamara ed Emanuele, con la loro Santa Lucia, hanno scelto di «aprire un cerchio che unisce tutte le persone che ci hanno sostenuto, i nonni e gli zii, gli amici nostri e di Lorenzo, quelli che hanno letto e cantato per lui. È il nostro modo di dire grazie a Lorenzo», hanno scritto mamma e papà, «perché abbiamo imparato a vivere giorno per giorno la nostra pazza normalità, perché abbiamo imparato che il tempo non misura l’amore».

Buio: una lampada illumina un tavolino di vetro su cui le mani di una donna trasformano la sabbia in un racconto di immagini in continuo mutamento. Sul palco l’aviatore che incontra il Piccolo principe e scopre quanto sia diverso il mondo se lo guardi con gli occhi di un bambino: scopre così che le stelle si possono anche ascoltare, «sono come cinquecento milioni di sonagli...».

Ma invita i bambini a tornare a casa guardando al cielo, scovando la stella di Lorenzo, l’asteroide B 612. D’altro canto, lo ha detto proprio lui, «Il Piccolo principe», che forse «le stelle sono illuminate perché ognuno possa un giorno trovare la sua». 

P.D.C.

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