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Vizi e virtù del paese raccontati in poesie e raccolte in un libro

Possono bastare trenta poesie a raccontare un paese. Soprattutto se si tratta di versi scritti senza farsi problemi nel mettere in luce, oltre agli elementi positivi, anche quelli meno esaltanti, o comunque singolari, della comunità di cui si fa parte. A descrivere vizi e virtù del luogo in cui vive, Buttapietra, pubblicando da se una raccolta di ironiche poesie è un sessantanovenne operatore sanitario in pensione che ha una consolidata passione per la letteratura. Nazareno Carletti, questo il nome dell’autore, spiega infatti: «Scrivere mi è sempre piaciuto, tanto che ho già pubblicato un primo volume di strofe in italiano, ed ora sto preparando una nuova raccolta, che verrà data alle stampe da un editore vicentino, il quale ha deciso di promuoverne la realizzazione e distribuzione». L’ex-operatore, d’altro canto, è piuttosto versatile quando tiene la penna in mano. Sta infatti lavorando anche alla stesura di una serie di racconti, qualcuno dei quali è già stato pubblicato in riviste specializzate, ed ora ha anche dimostrato di saper scrivere in dialetto. Il volumetto dedicato a «Butapiera» si intitola eloquentemente Butemola in rima e raccoglie anche alcune poesie che Carletti aveva condiviso in bozza sui social network frequentati dai suoi compaesani. Se nei suoi versi Carletti non manca di raccontare il suo forte legame con Buttapietra, poi egli descrive anche le difficoltà che hanno i vecchi nell’accettare i cambiamenti imposti dal progresso anche al paese in cui hanno sempre vissuto, come le lamentele delle «done che va caminar», per la presenza di erbacce e radici lungo le strade e nei parchi pubblici. E fra una descrizione dei pericoli legati all’attraversare a piedi la Statale 12, a causa del forte traffico, un’allegoria dedicata al carnevale, invettive contro chi lascia in giro le cacche dei cani ed una curiosa battaglia rap fra cacciatori e vegani, il poeta buttapietrino non manca di fornire dei suoi originali commenti ad iniziative ed opere pubbliche e di raccontare delle disperate ricerche di chi perde gli animali o di quello che avviene sui social network. Anzi, su «Fassebuche». C’è anche una poesia dedicata all’ultima campagna elettorale amministrativa. Fa l’elenco delle promesse fatte dai candidati. La conclusione è disincantata: «Le promesse sarà sparie come ciacole ne l’ostarie», scrive eloquentemente Carletti. •

LU.FI.

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