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A Pradelle

Straordinaria scoperta a Nogarole Rocca
Trovata la più grande necropoli d’Italia

A Pradelle
Un archeologo durante un lavoro di scavi in un sito
Un archeologo durante un lavoro di scavi in un sito
Un archeologo durante un lavoro di scavi in un sito
Un archeologo durante un lavoro di scavi in un sito

La più importante necropoli dell’Italia settentrionale, probabilmente utilizzata senza interruzioni tra l’età Campaniforme, dal 2500 al 2200 avanti Cristo, e l’età del Bronzo, dal 2200 al 1600 avanti Cristo, è stata scoperta a Nogarole Rocca. Per quasi mille anni i defunti della comunità che viveva in questo territorio, ricco di corsi d’acqua e di risorse, furono seppelliti nello scampolo di campagna ora delimitato tra il casello autostradale e la vasta area in corso di urbanizzazione, denominata Porta della Città, poco distante dall’insediamento su cui sta sorgendo l’hub logistico di Zalando.
 

A Pradelle, la frazione interessata dal ritrovamento, da mesi gli abitanti guardano con curiosità le montagnole di terra scavata su un appezzamento, non ancora raggiunto da strade asfaltate, ai bordi del quale parcheggiano spesso due o tre auto. Tanto che già si vociferava di qualche ritrovamento archeologico: chi parlava di ossa, chi di utensileria. Ora però la notizia è ufficiale e contenuta in un comunicato congiunto della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Verona, Vicenza e Rovigo e del Comune di Nogarole, postato sulla pagina Facebook dell’ente locale.

 

«La scoperta», riporta la nota, «è frutto di attività di indagine di archeologia preventiva». In pratica, è stata possibile in seguito al monitoraggio del sottosuolo, previsto di prassi per legge, prima di partire con l’urbanizzazione e l’edificazione del comparto di proprietà di una società scaligera. I dettagli della scoperta saranno illustrati la settimana prossima nella sede della Soprintendenza di Corte Dogana, a Verona, dal sindaco di Nogarole Rocca, Paolo Tovo e dal soprintendente di Verona Fabrizio Magani. I funzionari archeologi Gianni De Zuccato e Paola Salzani faranno il punto sulle suggestive fasi della scoperta, del recupero e sull’eccezionale valore scientifico-culturale del rinvenimento.

 

La necropoli si è rivelata tra le più ricche mai scoperte nell’Italia settentrionale a cavallo tra III e II millennio a.C, a partire dall’età Campaniforme che prende il nome da bicchieri e vasi in ceramica a forma di campana capovolta, manufatti tipici dell’epoca, diffusi in tutta Europa, dall’Italia alla penisola Iberica, dall’Irlanda alla Gran Bretagna, dalla Germania all’Austria. Diversi contenitori con queste caratteristiche sono stati rinvenuti anche a Pradelle. Dal Comune intanto le bocche sono cucite e non si forniscono dettagli soprattutto per proteggere l’area dall’interesse dei curiosi e dalle visite di eventuali tombaroli, che potrebbero essere solleticati dall’idea di testare di persona l’importanza della scoperta per trafugare reperti. Il ritrovamento aggiunge una pagina importante alla ricostruzione delle antichissime origini del Comune. I primi insediamenti del Nogarolese furono rilevati lungo le sponde del fiume Tione, in località Corte Vivaro, nella frazione di Bagnolo, sito sottoposto a vincolo nel 1977. Dall’attività di scavo emersero ceramiche, ossa lavorate, bronzi, una tavoletta enigmatica fittile e diverse armi, attualmente custodite nel museo archeologico di villa Balladoro, a Povegliano.

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Valeria Zanetti

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