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«Prostituta? L’hai scritto sulla fronte»

Le frasi delle straniere fondamentali per l’assoluzione di Tedeschi
Le frasi delle straniere fondamentali per l’assoluzione di Tedeschi
Le frasi delle straniere fondamentali per l’assoluzione di Tedeschi
Le frasi delle straniere fondamentali per l’assoluzione di Tedeschi

«Mi ha detto che avevo scrittoi sulla fronte che ero una prostituta e, prendendomi il documento mi ha detto che non me lo avrebbe restituito se non avessi dichiarato che ero una prostituta».

Parole di una giovane romena oggi ventinovenne pronunciate il 12 gennaio 2012 a quasi due mesi dal blitz dei vigili urbani nel residence alle porte di Verona. Si trova nello studio dell’avvocato Katia Gaspari che, all’epoca delle indagini difendeva Sara Piccoli, moglie di Tedeschi. È proprio il legale a raccogliere la testimonianza della giovane nell’ambito delle indagini difensive. Lo stesso vigile, ha continuato la giovane, ha aggiunto: «Ci vediamo tra un paio d’ore», riporta il verbale raccolto dal legale, «e se non firmi queste dichiarazioni in cui dici che sei una prostituta non ti restituisco il documento e ti tengo in caserma anche 24 ore e ci vediamo in tribunale. A quel punto», prosegue il racconto la ragazza, «intimorita e spaventata, ho firmato le dichiarazioni».

Ma dalla sua deposizione, sono emersi anche altri particolari interessanti sulla gestione del residence.

«Pago la somma di 650 euro alla ragazza della reception, Genny. Ogni volta mi viene rilasciata la ricevuta attestante l’avvenuto pagamento» ha spiegato la romena. Si tratta di una dichiarazione molto significativa ai fini del processo a carico di Giorgio Tedeschi e moglie. Proprio il giudice Marzio Bruno Guidorizzi ha citato nella motivazione della sentenza questi passaggi delle testimonianze di giovane e clienti per sostenere che l’imprenditore di Povegliano non aveva alcun tipo di contatto con le ragazze ospitate nel suo residence. «Voglio precisare», ha sostenuto ancora la ventinovenne, «che non ho mai esercitato l’attività di prostituta e questa vicenda mi ha profondamente offeso».

La deposizione della romena poi si conclude raccontando le fasi del blitz della polizia locale: «Mi trovavo in stanza con la mia amica quando è entrato un vigile che ci ha ordinato di fare subito le valigie e alla nostra richiesta di dove potevamo andare, l’agente ci diceva di rivolgersi al Tedeschi per sapere se aveva stanze libere». Per quella notte, il problema della giovane si è risolto perchè nel residence, c’erano altre stanze libere. Poi, però, è stata costretta a cambiare alloggio. G.CH.

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