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Ospedale e Grezzanella
È solo terra di promesse

Un tratto della Grazzanella: il secondo stralcio è in alto mareL’edificio del nuovo ospedale Magalini FOTO PECORA
Un tratto della Grazzanella: il secondo stralcio è in alto mareL’edificio del nuovo ospedale Magalini FOTO PECORA
Un tratto della Grazzanella: il secondo stralcio è in alto mareL’edificio del nuovo ospedale Magalini FOTO PECORA
Un tratto della Grazzanella: il secondo stralcio è in alto mareL’edificio del nuovo ospedale Magalini FOTO PECORA

Un ospedale pronto, costato una quarantina di milioni di euro, costruito con i più moderni crismi, dalla piastra per l’elicottero termica che scioglie il ghiaccio, ai pavimenti che si auto igienizzano dai batteri grazie agli ioni nelle piastrelle. Mai attivato.

Un rettilineo di sette chilometri, con altrettanti sottopassi, costruito in trincea in campagna, per fare da circonvallazione alla città, costato milioni di euro e rimasto a metà tracciato.

Villafranca, città di 33mila abitanti, è terra di promesse. Quelle fioccate per quasi 15 anni in materia di sanità: un grande ospedale nuovo per un bacino di 70mila abitanti, da costruire sulle ceneri del Marcello Magalini, andato a fuoco nel 2003.

E altre ben più antiche (hanno ormai quasi 40 anni): la variante alla Postumia, la Sr62, ovvero la circonvallazione del centro abitato attraversato dalla direttrice Verona-Mantova con i camion che fan ballare i vetri delle case di via Nino Bixio e via Angelo Messedaglia e collegate.

Due opere al palo che hanno in curriculum campagne elettorali di ogni ordine e grado, dalle comunali alle regionali, da sinistra a destra.

L’ospedale è terminato. A marzo, poco prima delle amministrative di Verona, il presidente Luca Zaia, ospite a Diretta Verona, su Telearena, aveva promesso che il Magalini sarebbe stato pronto a giugno. L’assessore regionale alla sanità Luca Coletto a luglio aveva garantito l’avvio del trasferimento dei servizi entro agosto, in base alle schede regionali, che nel frattempo sono scadute e sulle quali si sta discutendo. E se ne andrà altro tempo. Per il Magalini si è disposto solo, a luglio, il trasferimento nella nuova struttura (dall’attuale monoblocco) dei 13 posti letto di riabilitazione, al quarto piano, così come il servizio di endoscopia, e dei 20 di medicina generale al terzo.

Alla Grezzanella, invece, occorrono una ventina di milioni di euro per completare il tracciato che ora si ferma in via Sant’Eurosia. La circonvallazione dovrebbe terminare a Sud della città. Sollevando il centro che oggi è intasato dal traffico e, di conseguenza, dallo smog respirato dai residenti e da chi sceglie di spostarsi a piedi o in bicicletta. Per la Grezzanella non ci sono risorse, né per ora sono previste nel bilancio dei lavori pubblici della Regione del 2018. Il tratto, infatti, va costruito da Veneto Strade (società partecipata da Regione e Province) e con fondi veneziani. E c’è chi chiede al presidente Zaia lo stesso impegno profuso per garantire il proseguo della Pedemontana. In entrambi i casi i nodi vanno sciolti a Venezia.

Non riuscendo, da qualche mese, a intercettare Zaia sulla questione, cerchiamo risposte dal sindaco Mario Faccioli: «L’ospedale è una questione complessa. La struttura c’è e va messa in moto, e ora dipende dalla direzione generale dell’Ulss9. Non è facile perché occorre staccare la spina da una parte per riattaccarla dall’altra. Non è come partire da zero. Per la Grezzanella, invece, è una questione di disponibilità di risorse finanziarie, non di mancata volontà. Mi preoccupa di più: è un impegno pesante, di cui ho parlato a Zaia, ma forse si apre la possibilità di trovare fondi nel bilancio 2018». Ritiene che Villafranca sia stata terra di promesse, elettorali, che forse hanno alimentato speranze, disattese?

«Per l’ospedale sono stati fatti tutti i passaggi tecnici ora va messo in moto». La formula della Pedemontana è valida? «Impossibile per la Grezzanella: la Pedemontana è una strada a pagamento. Noi non possiamo fare un project financing». Tempi? «Non ne ho idea».

Maria Vittoria Adami

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