Morto con un coltello nel petto, sdraiato sul letto di casa

Ambulanze, pattuglie dei carabinieri e poi il carro funebre. Sabato sera, in corso Vittorio Emanuele a Vigasio c’è stato un grande allarme tra i residenti. Tutti quei lampeggianti hanno destato l’attenzione di molte persone, inoltre erano soltanto le 22, tante le finestre aperte per cercare di far entrare un poca d’aria nelle case. Ci sono indagini in corso, e una svolta ad esse la darà l’autopsia che oggi verrà conferita, ed eseguita nelle prossime ore. Sabato sera, un cinquantacinquenne, bracciante romeno, s’è conficcato un coltello nel petto, uccidendosi. Questo almeno è quello che sembrerebbe. Una tecnica di suicidio utilizzata soprattutto nei Paesi dell’Est. A trovare il corpo dell’uomo, sdraiato sul letto, supino, è stata la moglie. La famiglia abita in una corte dove risiedono altri connazionali e qualche famiglia nordafricana. Una zona tranquilla, tutte persone ben inserite, così come lo era l’uomo, padre di tre figli, due maschi e una femmina, che è sposata e vive nella stessa corte con marito e figlioletto. Nessuna avvisaglia prima, se si trattasse di un gesto estremo. La vittima era però solita a bere in modo smisurato. L’autopsia sarà in grado di dire quanta pressione è stata messa su quel coltello, l’angolatura del gomito e se davvero si sia trattato di un suicidio. Quando sono arrivati i sanitari del 118, hanno provto a rianimare il bracciante, ma non c’è stato alcun margine. Allo stato non ci sono motivi per dubitare del coinvolgimento di terze persone. •