<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Flagello sull’industria bruciata Mosche impazzano sui rifiuti

Uno dei cumuli di rifiuti della Sev sui quali volano le mosche FOTO PECORAMosche morte sul veleno messo alla ditta confinante Trascar
Uno dei cumuli di rifiuti della Sev sui quali volano le mosche FOTO PECORAMosche morte sul veleno messo alla ditta confinante Trascar
Uno dei cumuli di rifiuti della Sev sui quali volano le mosche FOTO PECORAMosche morte sul veleno messo alla ditta confinante Trascar
Uno dei cumuli di rifiuti della Sev sui quali volano le mosche FOTO PECORAMosche morte sul veleno messo alla ditta confinante Trascar

Un’invasione di mosche. A Madonna dell’Uva Secca, a Povegliano, vicino alla ditta che tratta rifiuti, la Sev, andata a fuoco poco meno di un mese fa, ora c’è una discarica a cielo aperto. L’area è presa d’assalto dagli insetti. Dopo la demolizione controllata, tutto il pattume è rimasto lì: l’area adesso è sotto sequestro. Le mosche però stanno creando parecchi disagi ai lavoratori nelle ditte adiacenti. Alla Trascar, che si occupa di manutenzione di camion, i portelloni del capannone che si affaccia proprio sulla Sev devono rimanere costantemente aperti; per questo motivo sono stati messi a terra e nei posacenere grandi quantità di veleno per cercare di attrarre le mosche e dare un po’ di respiro agli operai. Il grande cartone dove viene messo l'insetticida si riempie così velocemente che deve essere svuotato ogni due giorni. «Non si può lavorare così», dice uno dei dipendenti. Il titolare spiega che si deve tenere l’azienda aperta per forza, non c’è alternativa: «Abbiamo già perso i giorni in cui c’era l’incendio e i clienti aspettano il lavoro compiuto», sottolinea. Ieri mattina, dopo diverse sollecitazioni, l’Ulss ha provveduto a una sommaria disinfestazione nell’area vicina alla Sev, tuttavia, a causa delle indagini in corso (ai cancelli sono posti i sigilli, l’area attualmente è interdetta) non è stato possibile effettuare l’operazione direttamente sui rifiuti depositati. Inoltre, dai cumuli di spazzatura ogni tanto si alzano ancora dei fumi, soprattutto la mattina. Per questo motivo, ieri, i carabinieri di Castel d’Azzano e i vigili del fuoco hanno effettuato un ulteriore sopralluogo. A pochi metri dalla Sev, c’è l’azienda Photo Eletronics. Il titolare, Luciano Zanardo insieme al socio Adriano, chiariscono come la situazione da quando si sono spente le fiamme sia insopportabile. «Ci troviamo ad avere pattume a cielo aperto. Qui è infestato di mosche e dobbiamo tenere per forza tutte le finestre chiuse». Il timore per i dipendenti si focalizza sul momento in cui verrà spostata tutta la spazzatura e portata altrove, non sapendo quali potranno essere le conseguenze e se la situazione peggiorerà. «Quando ci sarà ancora più caldo cosa faremo? Cosa succederà in questa zona?», si chiede ancora Zanardo. Nell’edificio, per cercare di resistere all’invasione di insetti, sono disseminati piccoli recipienti con del veleno giallo e del nastro dove le mosche rimangono intrappolate. Questa non è una novità. Chi lavora vicino alla ditta che smaltiva rifiuta racconta che le mosche ci sono sempre state, anche se in questi ultimi giorni il loro numero è notevolmente aumentato. La disinfestazione ha solo migliorato la situazione, ma non ha tolto il problema alla sua origine. Non danno fastidio solo i piccoli insetti, pure l’odore acre dei rifiuti c’è sempre. I vigili del fuoco hanno fatto un sopralluogo intorno a mezzogiorno per scongiurare ogni possibile pericolo. •

Nicolò Vincenzi

Suggerimenti