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Don Daniele: «Noi siamo
come lievito nella pasta»

Il teatro San MartinoIl partecipanti al torneo delle piste PolistilAlcuni partecipanti alla festa di Carnevale
Il teatro San MartinoIl partecipanti al torneo delle piste PolistilAlcuni partecipanti alla festa di Carnevale
Il teatro San MartinoIl partecipanti al torneo delle piste PolistilAlcuni partecipanti alla festa di Carnevale
Il teatro San MartinoIl partecipanti al torneo delle piste PolistilAlcuni partecipanti alla festa di Carnevale

È una persona in gamba, don Daniele. Un sacerdote aperto e disponibile al dialogo. Lo incontriamo nel Circolo il giorno stesso della festa patronale di San Martino, al quale è dedicata la chiesa parrocchiale di Povegliano. Ordinato sacerdote nel 1991, è stato subito destinato, per la sua prima esperienza pastorale, a Villafranca e, in seguito, nella parrocchia di San Massimo. La sua apertura al mondo e alla missione lo ha poi portato in Brasile come missionario, dove è rimasto per 12 anni. Al suo rientro in diocesi nel 2013 è stato destinato a Povegliano per sostituire don Osvaldo Checchini, l'attuale parroco di Lonato, che tutti conoscono per la sua passione per la bicicletta.

A Povegliano ci sono 7.250 residenti, ma la comunità cristiana non coincide con la popolazione. Infatti i cosiddetti «praticanti», coloro che frequentano regolarmente la chiesa e vivono lo spirito della comunità, sono solo il 20 per cento. «Ho rilevato un forte legame con la chiesa e le sue tradizioni», dichiara don Daniele, «soprattutto nella fascia delle persone anziane. In loro la visione religiosa della vita è molto radicata. Le nuove generazioni, invece, fanno fatica a coniugare la vita quotidiana con la frequenza della comunità e dei riti».

Queste sono le considerazioni che molti sacerdoti in cura d'anime fanno a proposito della comunità che è loro affidata. Ciò nonostante il loro impegno non viene meno e si dedicano alla missione dell'evangelizzazione con grande dedizione, a cominciare dai bambini e ragazzi, senza trascurare gli adolescenti e i giovani.

«La catechesi che porta ai sacramenti dell'iniziazione cristiana», continua il parroco, «si sviluppa attraverso una serie di incontri settimanali e coinvolge circa 350 bambini e ragazzi delle elementari e medie. La frequenza è pressoché totale e vede interessati anche una quarantina di adulti catechisti.

«I ragazzi della scuola primaria si incontrano il mercoledì e il giovedì, quelli delle medie il venerdì sera. Anche per gli adolescenti offriamo le proposte formative e aggregative la domenica sera, mentre gli incontri per i diciassettenni-diciottenni, nel loro cammino chiamato “biennio della fede”, avvengono il martedì o mercoledì sera».

Questa molteplice attività catechistica si svolge negli ambienti parrocchiali (aule sotto la chiesa, nei cortili, nel teatro e nella sala del circolo Noi) e dura tutto il periodo occupato dalle lezioni scolastiche. «Durante l'estate, per cementare l'amicizia tra i ragazzi e creare un maggior spirito di comunità, la parrocchia, con la collaborazione del circolo Noi e del Comune che mette a disposizione le strutture delle scuole elementari, organizza il tradizionale Grest e i campi scuola estivi. Queste iniziative», sottolinea il parroco, «raccolgono il plauso di tutte le famiglie e vedono la partecipazione di un folto gruppo di ragazzi. Il Grest, per esempio, mobilita più di 500 persone tra ragazzi, animatori giovani e adulti; i campi scuola estivi, in luglio e agosto, raccolgono l'adesione di parecchi ragazzi dagli 11 anni in su».

La vita di una parrocchia, però, non consiste solo nella catechesi. È una comunità di fede, ma anche una «macchina» complessa guidata dal parroco insieme con il Consiglio Pastorale parrocchiale e gli organismi amministrativi. In questo contesto sono operative molte aggregazioni con finalità specifiche e peculiari. «Sono i gruppi che rendono viva la parrocchia e che manifestano la sua “mission” evangelica e caritativa», spiega don Daniele. «Innanzitutto voglio ricordare i 15 ministri straordinari dell'Eucarestia che distribuiscono il SS. Sacramento agli infermi e ammalati. Importante è il ruolo della San Vincenzo e del gruppo “Verso gli altri” che incarnano l'aspetto caritativo della nostra comunità; l'équipe dei Battesimi; i Gruppi Missionari Senior e Junior; il gruppo dell'Unitalsi che organizza pellegrinaggi per gli ammalati.

«Le nostre funzioni religiose», precisa don Daniele, «godono del supporto del Coro Giovani e del Piccolo Coro San Martino composto dalle bambine e del Gruppo dei chierichetti. Prezioso è anche il lavoro del gruppo del giornalino parrocchiale “La sorgente”. Per ultimo voglio citare il gruppo dei campanari, sono una decina, che hanno una storia secolare e provvedono al suono delle campane secondo un'antica tradizione tipicamente veronese».

«Come si può notare», conclude il parroco, «siamo una comunità viva con legami di fraternità profonda, anche se statisticamente siamo minoranza. Siamo, però, come il lievito nella pasta.G.B.M.

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