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Castello scaligero vista Appennini

La vista dal castello. Nelle giornate limpide lo sguardo arriva fino agli Appennini FOTOSERVIZIO PECORA
La vista dal castello. Nelle giornate limpide lo sguardo arriva fino agli Appennini FOTOSERVIZIO PECORA
La vista dal castello. Nelle giornate limpide lo sguardo arriva fino agli Appennini FOTOSERVIZIO PECORA
La vista dal castello. Nelle giornate limpide lo sguardo arriva fino agli Appennini FOTOSERVIZIO PECORA

A primavera villafranchesi e turisti saliranno sulla torre del castello. L’idea di restituire un patrimonio ai suoi cittadini è congelato da una decina d’anni, ma ora qualche passaggio concreto ne garantisce la certezza. Per aprire la torre, infatti, occorre prima spostare la giungla di antenne che c’è sulla cima. Per farlo, la giunta ha appena approvato l’acquisto di un traliccio alto 40 metri da collocare al magazzino comunale, in via Molini, e sul quale trasferire tutti i ripetitori. La spesa è di 65mila euro che sarà confermata nel consiglio comunale del 20 luglio. Per verificare gli altri lavori da fare e chiarire l’iter del progetto ieri mattina il sindaco Roberto Dall’Oca ha effettuato un sopralluogo nel complesso scaligero con gli assessori Riccardo Maraia, al bilancio; Francesco Arduini, ai lavori pubblici; Claudia Barbera, alla cultura. Scortati dall’architetto comunale che meglio conosce la struttura storica, Antonio Benedetti, sono saliti in cima alla torre dell’orologio, sono passati poi al rivellino e alle ex prigioni fino alle stanze che danno sul cortile d’ingresso del castello. Per prima cosa, dunque, sarà ripristinata la torre già corredata di scala in legno e acciaio con pianerottoli in travi risalenti agli anni Novanta e ben tenuta. Occorrono solo pulizie massicce, un controllo a muri e soffitti, un allarme antincendio e alcuni accorgimenti per permettere di salire in sicurezza ai visitatori che, una volta in cima, senza cavi e antenne, potranno godere di un panorama mozzafiato a 360 gradi che passa per la cordigliera montuosa che incornicia Verona, digradando lungo il profilo delle colline moreniche verso Custoza e fino alla pianura aperta. Si potrà tirare l’occhio - nelle giornate più limpide - fino agli Appenini o abbassarlo sull’ordinata urbanistica della piccola Torino. L’intervento costa dai 90mila ai 158mila euro se si vuole corredare la torre anche di allestimenti interni come pannelli e audio. «Sono meno preoccupato ora», spiega Dall’Oca dopo il sopralluogo. «La torre è in buono stato, pensavo sarebbe stato più difficile ripristinarla. Il lavoro più complesso è quello relativo alle antenne». Abbozzando una tabella dei tempi, una volta issato il traliccio, a novembre potrebbero iniziare i lavori di messa in sicurezza: «Non sono lavori lunghi», spiega Benedetti, «ma le imprese non possono lavorare insieme, essendo gli spazi ristretti». Ci vorranno un paio di mesi. In un secondo momento la torre sarà collegata con un ballatoio esterno in legno al corpo centrale del castello per consentire ai visitatori di proseguire la visita sempre in panoramica tra merli e mura scaligere per scendere poi dal rivellino e passando per le prigioni. Come terzo passo c’è l’ambizione di recuperare l’intero cammino di ronda che passa in alto lungo tutto il perimetro della cinta muraria. «È fattibile», assicura Benedetti. Punto di partenza delle visite sarà la stanza al pianterreno oggi usata come biglietteria per i concerti: «Sarà l’ufficio turistico di Villafranca in cui si potranno acquistare i biglietti d’ingresso non solo al castello, ma anche per altri siti di interesse del territorio, dal giardino Sigurtà a Gardaland, fino al circuito del Museo diffuso risorgimentale che collega Custoza, San Martino e Solferino e al quale Villafranca ha deciso di aderire», spiega il sindaco, dando un’altra notizia rilevante: da tempo Custoza (dove nell’ultimo biennio sono stati recuperati sito e memoria dell’Ossario oggi splendido museo multimediale), Castelnuovo e altre località interessate dalle guerre d’indipendenza hanno mosso i primi passi per il museo diffuso aspettandosi la collaborazione di Villafranca che con la casa del Trattato di pace del 1859 e le vicende che la coinvolsero il 24 giugno 1866, gioca un ruolo centrale. «I pullman che arriveranno a Villafranca», conclude Dall’Oca, «troveranno nell’ufficio turistico un punto di riferimento per la visita al territorio. Qui, inoltre, saranno esposti e venduti i prodotti locali, dalle sfogliatine di Villafranca al broccoletto di Custoza, dal vino ai prodotti caseari». •

Maria Vittoria Adami

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