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«Avvierò un’azione civile
di responsabilità contro
il Comune di Verona»

Il residence. Nella foto  a fianco Giorgio Tedeschi FOTOSERVIZIOPECORA
Il residence. Nella foto a fianco Giorgio Tedeschi FOTOSERVIZIOPECORA
Il residence. Nella foto  a fianco Giorgio Tedeschi FOTOSERVIZIOPECORA
Il residence. Nella foto a fianco Giorgio Tedeschi FOTOSERVIZIOPECORA

«Avvierò un’azione civile contro il Comune di Verona una volta che la sentenza è passata in giudicato». Giorgio Tedeschi non appare soddisfatto di uscire da una lunga avventura giudiziaria in assenza. Rimangono nella sua mente i sei anni appena trascorsi senza alcuna possibilità di mettere a profitto i nove alloggi , sequestrati dal tribunale nel residence a fine 2011 nell’ambito dell’indagine della polizia locale sull’accusa di aver tollerato la prostituzione poi rivelatasi infondata. Ora sta ricominciando l’attività con non poche complicazioni. «Le serrature delle stanze non si riaprono più dopo essere state chiuse per quasi sei anni», fa sapere Tedeschi. E ancora: «Ci si può facilmente immaginare in che stato sono gli alloggi coi cibi trovati nei frigoriferi ai quali non abbiamo avuto accesso dal 2011». I grattacapi non si chiudono qui: «Gli altri proprietari degli alloggi hanno promosso delle cause davanti al giudice civile, sostenendo che la società Millennium (titolare della gestione del grattacielo e di proprietà della moglie di Tedeschi, Sara Piccoli anche lei assolta ndr) ha utilizzato la struttura in difformità all’attività alberghiera». Il riferimento è all’accusa di aver tollerato la prostituzione nel residence. «Il giudice civile ha condannato Millennium proprio sulla base delle accuse, formulate dalla polizia locale di Verona. Ora, però, farò appello, producendo la sentenza di primo grado che mi assolve perchè il fatto non sussiste». Storce il naso Tedeschi anche di fronte alla denuncia che ha dato il via alle indagini. L’imprenditore sostiene che l’attività degli inquirenti è iniziata sulla base di un esposto non tanto di residenti esasperati dal giro di ragazze sulla strada quanto da un cliente di una delle giovani. «Secondo i miei accertamenti, un signore di Nogara si era invaghito», ha raccontato Tedeschi anche in aula durante il suo processo, «di una delle ragazze, ospitate nel mio residence ma era stato rifiutato. Le aveva così giurato di fargliela pagare facendo chiudere il residence». Ed era partita così la denuncia, sempre a parere di Tedeschi, con la segnalazione dell’attività a luci rosse delle giovani nel residence di via Mercurio. L’imprenditore, infine, ricorda di aver depositato un paio di esposti sull’attività svolta dagli inquirenti durante le indagini, ipotizzando anche la stesura di verbali falsi dai vigili urbani. Le due denunce, è stata la replica degli investigatori, fanno parte del fascicolo processuale ma non presentano circostanze o elementi tali che possano integrare un reato. G.CH.

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