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La discarica di Ca’ Filissine, a Pescantina. Venne posta sotto sequestro undici anni fa
La discarica di Ca’ Filissine, a Pescantina. Venne posta sotto sequestro undici anni fa
La discarica di Ca’ Filissine, a Pescantina. Venne posta sotto sequestro undici anni fa
La discarica di Ca’ Filissine, a Pescantina. Venne posta sotto sequestro undici anni fa

Era la notizia che tutti aspettavano: i deputati Pd Alessia Rotta, Diego Zardini e Gianni Dal Moro hanno confermato l’assegnazione di una dotazione di 65 milioni di euro da parte del governo per procedere alla soluzione del problema discarica di Ca’ Filissine. Il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 luglio 2017, che assegna i fondi, ha ricevuto il definitivo via libera dalla Corte dei Conti.

Un annuncio che a Pescantina è stato accolto con grande soddisfazione. «Siamo pronti a partire per Roma per discutere l’accordo di programma», esordisce il sindaco Luigi Cadura. «Abbiamo già contattato il ministero dell’ Ambiente per un appuntamento ai primi di ottobre. Una volta firmato l’accordo di programma verrà adeguato il progetto, come previsto nella delibera di adozione del 13 settembre 2015 e potrà partire il bando per l’affidamento dei lavori».

Ancora prematuro prevedere un cronoprogramma per i lavori effettivi. La discarica da bonificare è una ferita aperta da anni per Pescantina e per il territorio della Valpolicella. «Abbiamo centrato il principale obiettivo della nostra amministrazione: con l’approvazione del progetto di bonifica e messa in sicurezza definitiva la discarica di Balconi è stata di fatto chiusa. Restava un sito inquinato da bonificare: ora, con il contributo del governo, la bonifica avverrà senza conferimento di rifiuti». Un iter che ha impegnato l’Amministrazione fin dall’inizio del mandato e che è stato scandito da alcune tappe.

«In primo luogo», continua Cadura, «il Comune, sulla base del programma predisposto dal professor Gianni Andreottola dell’Università di Trento, smarcandosi dall’influenza precedentemente esercitata dalla società di gestione, la Daneco, ha predisposto autonomamente il progetto di bonifica senza escavazione nella massa dei rifiuti, approvato definitivamente dalla Regione nel dicembre 2016. In assenza di contributi pubblici, il progetto prevedeva il finanziamento della bonifica con ulteriori conferimenti».

«QUESTA DIFFICILE scelta», continua Cadura, «che ha provocato forti contrapposizioni in paese, sfociate in scontri accesi e manifestazioni promosse dal Movimento Ambiente & Vita, si rivela oggi in tutta la sua lungimiranza. Infatti, proprio grazie all’adozione di quel progetto, abbiamo potuto iniziare a chiedere contributi ai diversi enti in esecuzione di quanto deliberato. Il contributo del governo costituisce il massimo risultato cui abbiamo sempre puntato: bonifica senza escavazioni e senza apporto di rifiuti. Siamo certi che, eliminata la materia del contendere, si ricreerà in paese quel clima di fiducia e rispetto reciproco, essenziale per affrontare una bonifica destinata a durare quasi un decennio cui seguirà una gestione del post-mortem di Ca’ Filissine di altri trent’ anni».

Nel frattempo bisogna intervenire urgentemente sul sito, di fatto abbandonato dalla Daneco che ha cessato l’attività, affidandolo ad un gestore provvisorio. Conclude Cadura: «I rapporti con Daneco sono ormai confinati nelle aule giudiziarie dove i nuovi avvocati del Comune rivendicano l’applicazione del principio del “chi inquina paga”. Il gestore provvisorio, che verrà individuato a breve, dovrà eseguire i lavori autorizzati dalla conferenza di servizi tra Regione Veneto, Provincia di Verona, Comune di Pescantina e Arpav. I lavori, resi possibili dal contributo di 1,4 milioni di euro concesso dalla Regione Veneto, consistono nel ripristino dell’impianto elettrico e dell’impianto di captazione del biogas, nell’innalzamento di parte della sponda nord, l’asportazione delle acque sopra telo, il ripristino dell’impermeabilizzazione superficiale e la regimentazione delle acque piovane in modo da limitare la formazione di nuovo percolato».

Sempre nei prossimi giorni ci sarà una nuova conferenza di servizi per prendere atto dell’abbandono del sito da parte di Daneco e dichiarare formalmente il sito non più discarica ma area di bonifica. Conclude il sindaco: «Con immensa gioia possiamo quindi affermare che, grazie al contributo del governo, dopo trent’anni la discarica di Pescantina è definitivamente chiusa. Con l’aiuto di tutti porteremo avanti la bonifica, trasformando Pescantina da paese della discarica a esempio di recupero di un corretto rapporto con l’ambiente».

Lino Cattabianchi

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