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Stop al nuovo centro islamico di Vigo

Musulmani in preghiera a Casette
Musulmani in preghiera a Casette
Musulmani in preghiera a Casette
Musulmani in preghiera a Casette

Stop al centro islamico a Vigo, via libera a quello ortodosso a San Pietro. Il consiglio comunale di Legnago, nell'ultima seduta, si è espresso, con esiti diametralmente opposti, sui due progetti riguardanti l'insediamento di altrettanti luoghi di culto legati alle due comunità straniere più numerose presenti in città. Ovvero quella musulmana, che nel capoluogo della Bassa conta oltre 800 aderenti, quasi tutti di nazionalità marocchina, e quella romena a cui appartengono più di 600 persone residenti all’ombra del Torrione. Per quel che concerne l'insediamento di un centro dedicato alle attività culturali e di preghiera dei seguaci dell'Islam, l'assemblea ha respinto l'istanza, presentata dai proprietari di origine italiana volta a modificare la destinazione d'uso di un lotto comprendente un'ex falegnameria di via Rodigina sud, a Vigo, con l’obiettivo di tramutarla da «residenziale di completamento» ad «attrezzature collettive». Tutto ciò, con lo scopo di consentire ad un'associazione culturale islamica della città di insediare all'interno del complesso edilizio un centro di aggregazione per fedeli musulmani. Tale progetto, che avrebbe di fatto creato il secondo centro di cultura islamica dopo quello aperto diversi anni fa in via Fermi da un altro sodalizio legnaghese, «Al Wifaq», aveva allarmato nei mesi scorsi i residenti della frazione. L'assemblea civica, tuttavia, ha stoppato tale intervento, forte del parere contrario dei tecnici incaricati dal Comune per esaminare la pratica. I funzionari, dopo aver valutato il progetto dal punto di vista urbanistico, hanno deciso di non accoglierlo, in quanto in contrasto con la legge urbanistica «anti-moschee» varata dal Consiglio regionale nel 2016. Tale normativa prevede che i luoghi dove si possono esercitare attività di qualsiasi religione siano dotati non solo di parcheggi adeguati, ma vengano pure collocati ad una distanza adeguata dai siti esistenti dedicati alla preghiera. Dalla ricognizione effettuata dai tecnici di Palazzo de' Stefani entrambi questi parametri non sono stati rispettati, visto che il sito per il centro islamico, lungo una strada trafficata, non è molto lontano dalla chiesa parrocchiale e dagli edifici annessi. «Il fabbricato», scrivono i funzionari nel loro parere, «non soddisfa le prerogative richieste poiché sorge in prossimità di altri luoghi di culto ed è caratterizzato da un'insufficienza di posteggi». L'intervento, quindi, è stato respinto da 12 dei 14 consiglieri partecipanti alla votazione: agli otto esponenti del centrosinistra si sono associati il presidente dell'assemblea Giovanni Mascolo, il forzista Maurizio Raganà, il grillino Federico Castelletto e Luca Gardinale della «Civica per Legnago». Si sono invece astenute Barbara Ottoboni e Diletta Marconcin, entrambe appartenenti al Gruppo Misto. È andata decisamente meglio, invece, per l'altro centro di aggregazione e di culto che sorgerà alla periferia di San Pietro e che sarà destinato ai fedeli ortodossi della comunità romena. L'assemblea di Palazzo de' Stefani, difatti, ha accolto la richiesta di trasformare da agricolo ad area destinata ad attrezzature collettive un lotto privato di 5.800 metri quadrati situato in via Ghiacciaia. A presentare l'istanza è stata la parrocchia ortodossa romena di San Caralampo, che da otto anni utilizza per le sue funzioni la cappella dell'ex istituto salesiano San Davide di Porto. L'ente, di recente, ha acquistato il terreno a San Pietro. Il centro religioso, inizialmente ipotizzato su un’area comunale di Casette, sorgerà dunque nella zona periferica della frazione, che è stata ritenuta dai tecnici municipali conforme ai parametri della legge regionale, sia per quel che concerne i posteggi previsti che la collocazione, lontana da altri luoghi di culto, come la chiesa parrocchiale della frazione. A favore hanno votato 11 consiglieri, mentre si sono astenuti in tre: Ottoboni, Marconcin e l'ex forzista Loris Bisighin. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Fabio Tomelleri

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