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Via dalla Lessinia
I migranti eritrei
vanno in Europa

La foto scattata ai profughi nella notte tra sabato e domenica mentre si incamminavano verso Verona
La foto scattata ai profughi nella notte tra sabato e domenica mentre si incamminavano verso Verona
La foto scattata ai profughi nella notte tra sabato e domenica mentre si incamminavano verso Verona
La foto scattata ai profughi nella notte tra sabato e domenica mentre si incamminavano verso Verona

Non sono rientrati all’ex base Nato di Vaccamozzi, diventata un Centro di accoglienza straordinaria (Cas), gli otto migranti che domenica notte si sono incamminati verso Verona con l’intenzione di raggiungere Milano o Roma, come avevano dichiarato al sindaco Lucio Campedelli che li aveva sorpresi in gruppo lungo la strada. «Abbiamo cercato di convincerli in tutte le maniere ma non c’è stato verso di poterlo fare né noi né gli ispettori della questura di Verona dove gli otto erano stati portati», riferisce Andrea Montagnini, responsabile di Versoprobo, la cooperativa sociale che ha in gestione il Cas dell’ex base di Vaccamozzi. «Sono eritrei che fra gli africani è un’etnia particolare che vede l’Italia come luogo di passaggio breve per poter raggiungere i paesi del Nord Europa dove vivono comunità più numerose e strutturate», aggiunge Montagnini. «Loro non capiscono tutte le nostre necessità burocratiche: chiedono solo di passare indisturbati e di andarsene dove hanno persone che conoscono che li stanno aspettando. Abbiamo spiegato che per convenzione internazionale devono prima esser identificati e poi ottenere il visto per l’ingresso nel paese dove desiderano andare ma non è stato possibile convincerli. Qualcuno sembrava anche disposto ad accettare un periodo di fermo a Erbezzo, ma basta che nel gruppo ci sia uno contrario, che tutti rispettano la sua volontà. Non essendo possibile obbligarli a tornare al Centro sono stati lasciati andare. Credo che a quest’ora siano già all’estero». A Vaccamozzi sono presenti al momento 26 migranti: «Con questi non c’è nessun genere di problema, vivono in maniera normale e si stanno adeguando alle condizioni di vita e preparando a svolgere le prime attività previste dal programma», aggiunge il responsabile. La giornata di vento e neve di ieri non ha creato disagi: «Siamo ben protetti e con scorte sufficienti per resistere anche a un isolamento di più giorni», conclude. Al sindaco Lucio Campedelli è stato assicurato che al momento non sono previsti altri inserimenti: «Il bando parla di 80 posti, un numero spropositato rispetto alle dimensioni del paese e della contrada in cui si trovano», osserva il primo cittadino, che quest’oggi sarà in Prefettura e cercherà delle risposte. «Vorrei capire qualcosa di più sulla gestione di un centro simile e se davvero la Prefettura ritiene di raggiungere la quota di 80 migranti pattuita nel contratto con la cooperativa. La risposta che «al momento non sono previsti altri arrivi» non è tranquillizzante, né il fatto che la base di Vaccamozzi sia considerata utile per i trasferimenti solo in caso di necessità», osserva. «Purtroppo dalla Prefettura non ho avuto molta collaborazione finora, se non una telefonata che annunciava l’arrivo imminente dei migranti. Mi auguro di riuscire a capire di più e poter dare a mia volta risposte ai cittadini che hanno diritto di essere informati e anche in sicurezza a casa loro».

Vittorio Zambaldo

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