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Riuscito il salvataggio dei piloti in Lessinia

I partecipanti e alcuni dei mezzi impiegati nella operazione Sater FOTOSERVIZIO PECORA
I partecipanti e alcuni dei mezzi impiegati nella operazione Sater FOTOSERVIZIO PECORA
I partecipanti e alcuni dei mezzi impiegati nella operazione Sater FOTOSERVIZIO PECORA
I partecipanti e alcuni dei mezzi impiegati nella operazione Sater FOTOSERVIZIO PECORA

Nel finto incidente aereo che ieri è servito a testare la macchina dell’emergenza in caso di ricerca e soccorso di piloti militari, c’è il lieto fine: i due occupanti dell’aereo della pattuglia acrobatica delle Frecce tricolori, che nel racconto della simulazione avevano avuto un’avaria in volo ed erano precipitati, si sono salvati. Ed erano due persone in carne ed ossa quelle scese nel tardo pomeriggio di ieri dagli elicotteri che hanno fatto ritorno all’aeroporto di Boscomantico dove, per tutta la giornata e ospiti della Squadra volo della Protezione civile Ana, l’Aeronautica militare ha approntato il Posto base avanzato di Sater 01-18. SI CHIAMA COSÌ l’esercitazione nazionale di ricerca e soccorso aereo in ambiente montano che il Comando operazioni aeree Coa) di Poggio Renatico, che era stato nel Veronese l’ultima volta nel 2011, ha coordinato nella nostra provincia. Per ore i «sopravvissuti» sono rimasti a 1.600 e 1.800 metri di quota sulle nevi lessiniche in attesa che, dalla triangolazione tra gli operatori del XV Stormo (quello di stanza a Cervia è deputato alla ricerca e soccorso di piloti militari), i vigili del fuoco e il Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico (Cnsas), si arrivasse al recupero. «Sater è una delle tre esercitazioni annuali dell’Aeronautica militare che ha lo scopo di addestrare le capacità di comando, controllo e supporto agli aeromobili il più vicino possibile alle aree di ricerche, ciò per tagliare i tempi di intervento e risparmiare costi e carburante», spiegava ieri il colonnello Alfonso Cipriano, alla testa del Coa e, ieri, direttore di Sater, «le facciamo su tutto il territorio nazionale per conoscerlo ed interagire con tutte le autorità locali”. Sater ha coinvolto elicotteri della Guardia di Finanza, dei vigili del fuoco, della polizia di Stato, 56 operatori dell’Aeronautica militare (Coa, 1° reparto tecnico telecomunicazioni di Linate, XV Stormo di Cervia, III Stormo di Villafranca, II Stormo di Rivolto), una quarantina del Soccorso alpino dell’ 11ª Delegazione (cioè le province di Verona, Padova e Vicenza), una ventina di vigili del fuoco (il Gruppo cinofilo del Veneto e il Reparto volo dell’aeroporto di Tessera). C’ERANO ANCHE tre unità cinofile, due delle quali in capo ai vigili del fuoco: Happy, impegnato anche sotto la valanga di Rigopiano, condotto da Giorgio e Jacob (condotto da Jeky) che ha cercato superstiti sotto le macerie del terremoto dell’Emilia. Con il Soccorso alpino della Guardia di finanza di Tione di Trento sono arrivati Bruno assieme al border collie Black, pure lui impiegato tanto ad Amatrice quanto a Rigopiano. L’emergenza è scattata alle 11 quando dai radar si sono perse le tracce dell’aereo che, decollato dall’aeroporto piemontese di Cameri, sarebbe dovuto atterrare a Rivolto. Le tracce radar (l’ultimo punto noto) ed i satelliti, ma anche la geolocalizzazione attraverso il cellulare di uno dei due occupanti del velivolo, hanno permesso l’individuazione dell’area presunta di schianto (la cosiddetta area di probabilità) inizialmente di una ventina di chilometri quadrati. IL PRIMO SORVOLO ha reso possibile l’individuazione dei rottami dell’aereo (due grandi teli rossi ad Est di località Scandole) e da qui, grazie ad un lavoro di squadra tra XV Stormo e Soccorso alpino (l’amalgama tra le due componenti, che da tempo collaborano in forza di un accordo tra Forze armate e Cnsas, era la finalità dell’esercitazione), si è giunti alla perimetrazione della presunta zona di atterraggio dei piloti, espulsi dall’aereo e scesi col paracadute. Una volta composte le nove squadre per la ricerca terrestre, gli elicotteri hanno iniziato la spola da Boscomantico alle nevi lessiniche per condurre i soccorritori sui teatri di ricerca. Calati con un verricello, gli operatori del Soccorso alpino hanno dato il via alla ricerca terrestre su pista e «a rastrello». Il primo sopravvissuto è stato recuperato attorno alle 16.30, mezz’ora dopo è stato individuato anche il secondo per il quale, nella simulazione, è stato necessario l’intervento di un aereo medicalizzato. Poi, rientro alla base, briefing conclusivo ed il commiato di tutti i protagonisti del primo Sater del 2018. •

Paola Dalli Cani

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