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Regalò un vestito
Viene ricambiata
con un concerto

Valeria Tron: il suo concerto-spettacolo si intitola «Ai pè de sta mountanho»
Valeria Tron: il suo concerto-spettacolo si intitola «Ai pè de sta mountanho»
Valeria Tron: il suo concerto-spettacolo si intitola «Ai pè de sta mountanho»
Valeria Tron: il suo concerto-spettacolo si intitola «Ai pè de sta mountanho»

«Tutto è nato da un punto d’ago, due fili di refe e tanta polvere di stelle», racconta Giacomo, papà di Giulia, adolescente autistica. Un’amicizia sbocciata per caso su Facebook fra la giovanissima e Valeria Tron, una cantautrice piemontese che ebbe modo di vedere la foto di un vestito confezionato da Giulia e di commentarlo: «Bellissimo. Mi piacerebbe indossarlo».

Così il papà fece leggere il messaggio alla figlia che non ci pensò due volte: «Spediamolo per posta. Lo posso regalare». Quando Valeria ricevette il dono telefonò commossa e volle ricambiare con uno spettacolo gratuito per Giulia e i suoi amici.

È nata così l’idea di una serata musicale da dedicare ad Abal onlus, l’Associazione bambini autistici Lessinia, domani alle 20,30 al teatro Vittoria, a ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti. Valeria si definisce «voce della montagna, la forza della parola, della musica e della gente alpina»; arriverà con Friza e Brino, due componenti del suo gruppo musicale. Artigiana del legno, pittrice e mamma, è conosciuta in particolare per la sua voce potente con la quale, usando il patois, la lingua natia di ceppo francoprovenzale, racconta le montagne della Val Germanasca (Torino) in cui è nata e cresciuta. Le sono cari i temi di rocce, di neve, di pascoli e di erba fresca, di partenze e di ritorni. Impegnata anche socialmente contro ogni totalitarismo e razzismo, definisce il suo percorso artistico «canzoni di resistenza genuina».

Selezionata alla Targa Tenco 2014 nella sezione “Album dialettali”, grazie al suo primo disco, Leve les yeux, si è esibita in Italia, a Cuba e in Sudafrica. Ha esordito nel 1996 con la Magnaut Big-Band e nel 2015 ha vinto il premio “L’artista che non c’era”, dedicato ai migliori talenti della musica italiana. Ha collaborato con numerosi gruppi locali, spaziando dal folk alla musica di «resistenza» e nel 2012 ha formato il gruppo Joglar. Il suo concerto-spettacolo Ai pè de sta mountanho continua a viaggiare insieme a lei, di valle in valle, di città in città. È artigiana del legno, pittrice e mamma.

Canta la durezza del vivere nelle terre alte, sfatando il mito della bella montagna. I suoi testi e le sue musiche hanno il potere di trasportare l’ascoltatore a riflettere e cambiare, perché la sua voce interroga e scuote, con passione autentica.

«Giulia ci sarà, ma non sarà protagonista», conferma il papà, «perché quel vestito non è tanto suo ma come se fosse imbastito da tutti i bambini del Centro per l’autismo. La sua passione era prima misteriosa, un tagliare e accostare in modo maniacale tanti pezzi di stoffa. Non capivo che cosa volesse dire, finché un giorno mi ha disegnato un manichino da sarto. L’ho procurato e da allora il suo lavoro è tagliare e imbastire addosso al manichino i suoi vestiti di fantasia, uno dei quali ha affascinato Valeria ed è stato lo spunto per questa storia d’amore».

L’ingresso è gratuito e all’ uscita si potrà contribuire liberamente per sostenere i progetti di Abal che saranno illustrati sinteticamente in teatro a inizio concerto. Al termine l’invito è di restare ancora insieme in sala Olimpica, al piano superiore, per un momento conviviale gastronomico con i prodotti lessinici messi a disposizione dagli sponsor che con il Comune di Bosco Chiesanuova hanno patrocinato l’iniziativa. V.Z.

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