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Profughi all’ex base Nato
Bando della Prefettura

L’ingresso dell’ex base Nato in località Vaccamozzi ad Erbezzo
L’ingresso dell’ex base Nato in località Vaccamozzi ad Erbezzo
L’ingresso dell’ex base Nato in località Vaccamozzi ad Erbezzo
L’ingresso dell’ex base Nato in località Vaccamozzi ad Erbezzo

La Prefettura ha pubblicato il bando per trovare un soggetto che voglia gestire l’accoglienza di 80 cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale da alloggiare nel sito demaniale dell’ex base Nato di Erbezzo in località Vaccamozzi dal primo ottobre prossimo e presumibilmente fino al 30 giugno 2018.

L’importo di base è di 33 euro (oltre Iva, se dovuta) per ogni persona ospitata e al giorno, con un onere complessivo presunto di 720.720 euro al netto di Iva. L’aggiudicazione sarà fatta sulla base del criterio che favorisce l’offerta economicamente più vantaggiosa e il 18 settembre alle 14 scadono i termini per la presentazione delle offerte al protocollo della Prefettura, esclusivamente tramite posta elettronica certificata.

Poiché il gestore non dovrà pagare l’affitto, né le utenze per energia elettrica, gas ed acqua potabile, il bando chiede che si faccia carico di arredare l’immobile a proprie spese per gli 80 ospiti accolti, procurando i mobili per le camere, il refettorio, la sala per le attività culturali e ludiche, la cucina (se non vengono appaltati i pasti a una ditta esterna), il presidio medico e l’infermeria, oltre a un mezzo navetta che provveda a trasportare in andata e ritorno almeno una volta al giorno a Verona i profughi che lo richiedano.

La notizia conferma i sospetti del sindaco Lucio Campedelli che avevano previsto che già dopo Ferragosto la base sarebbe potuta essere pronta all’accoglienza dei migranti, visto i lavori di somma urgenza che erano stati avviati per adeguarla.

La località sorge in un posto isolato fra il capoluogo e Cappella Fasani ed ha ospitato fino a un’ottantina fra militari e civili con diverse mansioni.

È rimasta in funzione fino al 31 marzo 2016, poi in mano ai militari fino alla fine di ottobre per lo smantellamento delle antenne. Tutta l’area ha una superficie di 300mila metri quadrati interamente recintati, con tre bunker antiatomici che ospitavano le apparecchiature riceventi e trasmittenti. Il Comune, appena saputo della sua dismissione da parte del ministero della Difesa ne aveva chiesto la cessione gratuita assieme al Comune di Sant’Anna d’Alfaedo interessato per la base che sovrasta il paese e che era dello stesso tipo con funzione di centro trasmittente.

Si pensava ad un progetto coordinato tra le due amministrazioni, con l’intenzione di trasformare le palazzine in casa vacanze in un parco faunistico, mentre i bunker, per le particolari condizioni di temperatura e umidità, sarebbero potuti essere destinati alla conservazione e valorizzazione di prodotti locali. Già alcuni imprenditori del posto si erano dichiarati interessati al loro utilizzo.

Poi dopo un primo avvio rapido della procedura che avrebbe dovuto trasferire il bene ai Comuni, tutto si è arenato e se ne è capita la ragione nel momento in cui il bene demaniale è passato dalla disponibilità del ministero della Difesa a quello dell’Interno.

Vittorio Zambaldo

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