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Prima neve e paura per il vento

La rimozione di alberi e rami caduti per la forza del vento sulla strada fra Barozze e Rinconi
La rimozione di alberi e rami caduti per la forza del vento sulla strada fra Barozze e Rinconi
La rimozione di alberi e rami caduti per la forza del vento sulla strada fra Barozze e Rinconi
La rimozione di alberi e rami caduti per la forza del vento sulla strada fra Barozze e Rinconi

Risveglio imbiancato in Lessinia con la prima neve che ha coperto l’altopiano scendendo fino a 700 metri, ma il vero protagonista della notte fra domenica e ieri e poi per tutta la mattina è stato il vento a raffiche fortissime. Le centraline meteo di Arpav hanno registrato ben 30.4 metri al secondo sul Monte Tomba che corrispondono a 109 chilometri all’ora, mentre il picco massimo è stato registrato alle 10 sul Monte Baldo con raffiche che hanno raggiunto i 39.1 metri al secondo cioè oltre 140 km/h. La Protezione civile regionale ha dichiarato lo stato di attenzione per vento forte fino alle 24 di domani.

I danni maggiori sono stati registrati sulla Lessinia occidentale nei Comuni di Sant’Anna d’Alfaedo ed Erbezzo. Il sindaco di Sant’ Anna, Raffaello Campostrini, ha diramato a metà mattinata un comunicato in cui avvertiva la popolazione dello stato di grave pericolosità rappresentato da alberi caduti o inclinati sulla carreggiata, ma soprattutto cartelli stradali e lamiere di copertura dei tetti che volavano come lame.

«Ci sono diverse strutture divelte dal forte vento come alberi e rami, lampioni, cartelli stradali, cassonetti, pannelli solari, lamiere di tetti, pezzi di ghiaccio che si staccano dai tetti che stanno creando rischio e pericolosità elevati per chi sta all’esterno delle case. L’invito alla cittadinanza per la propria incolumità è di rimanere in casa», ha avvertito il sindaco.

Nell’opera di ripristino della viabilità si sono impegnati gli operai del Comune, della Provincia, carabinieri e Protezione civile. È stata chiusa per precauzione la strada provinciale 13 tra le frazioni Fosse e Ronconi per la caduta di alberi e cavi elettrici. Per gli stessi motivi erano interrotti anche il tratto da Erbezzo a Bosco Chiesanuova, dove i cavi dell’alta tensione erano pericolosamente abbassati sui tralicci e la provinciale 34/C del Ponte di Veja a valle della località Barozze.

Neve non ne è caduta moltissima (fra i 5 e i 15 centimetri) ma il vento l’ha portata ovunque accumulandola in alcuni punti e creando le caratteristiche «sgonfe» che di fatto hanno bloccato la viabilità.

«Abbiamo aperto la strada provinciale a fatica», fa sapere Severino De Silvestri, che sgombera su incarico della Provincia il tratto che sale a San Giorgio da Bosco Chiesanuova, «perché dopo i Tracchi c’erano tre alberi caduti. Per due sono riuscito a passare ma il terzo ho dovuto spostarlo con la pala del camion altrimenti la strada non sarebbe stata percorribile ed è comunque chiusa da Branchetto a San Giorgio.

È sempre il tratto più problematico in caso di vento e accumuli di neve. Ne ha fatto le spese anche un automobilista che è rimasto bloccato a Branchetto. Gli sono andati in soccorsogli africani richiedenti protezione internazionale, ospiti nella struttura dell’ex impianto di risalita, che con abbigliamento sommario e una coperta in testa si sono messi di buona volontà a liberare la strada per far ripartire l’auto.

«La visibilità era pessima, arrivava in certi punti a un massimo di una ventina di metri», racconta De Silvestri e lo confermano i coniugi Avesani, titolari del Rifugio Branchetto, che dovevano scendere a Verona per aprire il bar che hanno in città, ma sono rimasti bloccati dalla bufera di vento e neve. «Solo nel pomeriggio siamo riusciti a scendere a far provvista di gasolio in paese. L’elettricità è mancata da mezzanotte alle 16.30, ma dobbiamo fare un plauso agli operai dell'Enel e di Agsm che in condizioni difficilissime hanno lavorato fin dalle prime ore delle notte», dicono.

Difficoltà anche ad Erbezzo dove il sindaco Lucio Campedelli ha disposto la chiusura delle scuole: «Lo scuolabus è partito dalle contrade più basse dove c’erano meno problemi, ma abbiamo deciso di farlo rientrare perché su quelle più alte le strade erano ghiacciate e pericolose. È mancata l’energia elettrica dalle 23 alle 11.30 e molte case con le caldaie a gasolio sono rimaste al freddo. Molti alberi sono caduti sulle linee elettriche provocando le interruzioni di energia».

«Questo è stato un problema anche per diverse stalle non provviste di un generatore», racconta Roberta, che ha l’azienda al Baito Jegher di Roverè e parte ogni mattina da Corbiolo: «In molti chiedevano aiuto perché alle 8 avevano ancora le vacche da mungere. A noi è mancata a tratti, ma siamo riusciti a completare il lavoro e anche a raggiungere la stalla nonostante le difficoltà sulla strada per il nevischio, il vento e i tanti rami caduti». V.Z.

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