<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Lupa Giulietta,
l’identità
è misteriosa

Uno dei cuccioli, avuti dal  lupo Slavc e lupa Giulietta, a caccia di marmotte, Il fotogramma è tratto da un video il cui autore è Gianni Ferrarese
Uno dei cuccioli, avuti dal lupo Slavc e lupa Giulietta, a caccia di marmotte, Il fotogramma è tratto da un video il cui autore è Gianni Ferrarese
Uno dei cuccioli, avuti dal  lupo Slavc e lupa Giulietta, a caccia di marmotte, Il fotogramma è tratto da un video il cui autore è Gianni Ferrarese
Uno dei cuccioli, avuti dal lupo Slavc e lupa Giulietta, a caccia di marmotte, Il fotogramma è tratto da un video il cui autore è Gianni Ferrarese

Ad eccezione di Slavc, lupo di ceppo dinarico-balcanico, non ci sarebbero altri lupi in libertà nel Veronese, ma ibridi figli di Giulietta, la presunta lupa di ceppo italico che con il lupo balcanico forma coppia fissa in Lessinia dalla primavera del 2012 e con il quale ha messo al mondo finora 27 cuccioli in cinque diverse annate. Lo sostiene Enrico Beltramini, presidente dell’associazione Salvaguardia rurale veneta che esce allo scoperto dopo che anche a un convegno organizzato dalla sezione veneta dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani è emersa la presenza di una ibrido nella predazione a Malga Campolevà di Sotto del 28 settembre scorso.

«Come associazione ne eravamo a conoscenza già alla fine dello scorso giugno, grazie al referto dell’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana su un tampone per il riconoscimento del genotipo individuale-Dna prelevato il 28 aprile a San Bortolo», rivela Beltramini.

Il referto ha confermato che il predatore era un lupo maschio con grado di ibridazione F2 per il 50 per cento di lupo non appenninico, 25 per cento di lupo appenninico e il 25 per cento di cane. Trattasi perciò di «ibrido».

«Abbiamo, quindi, eseguito un ulteriore tampone il 14 settembre su una manzetta predata a Campolevà di Sopra per metterlo a confronto con quello di aprile, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Tuttavia nella presentazione del dottor Rosario Fico di un tampone campionato il 28 settembre su una manzetta predata a Campolevà di Sotto, è risultata la presenza di un soggetto “ibrido”. Notare che Campolevà si trova nel centro dell’areale di Slavc e Giulietta e, come dicono gli esperti di tutto il mondo, non può esistere un lupo estraneo all’interno del territorio di un branco. Questo, molto probabilmente, indica che Giulietta non è una lupa appenninica, la sola e vera razza di lupo italiano, ma un soggetto “ibrido”, se sono ibridi i suoi figli», sostiene il presidente di Salvaguardia rurale veneta.

Ma ci sarebbero altri elementi a conferma di questo, secondo Beltramini: Giulietta, tranne al primo parto, ha sempre avuto cucciolate da 5 a 7 soggetti, ben superiori ai 2-4 che gli esperti attribuiscono alle lupe.

In un pubblico dibattito un esperto dell’allora Corpo forestale dello Stato, alla domanda come si riconoscesse Giulietta dagli altri lupi, ripose che il riconoscimento era dato dalla coda «più lunga di 10 centimetri», «ma la prima identificazione di lupo si basa sul fenotipo, cioè sull’aspetto morfologico e Giulietta, con la sua coda non si identifica con il lupo appenninico così come asserito nel Progetto Life WolfAlps», osserva Beltramini.

L’associazione lamenta di aver chiesto più volte di entrare in possesso dei Dna della coppia Alpha, ma di aver sempre ricevuto risposte evasive, fino al colpo di grazia della responsabile veneta di Life WolfAlps che li ha classificati come «dati sensibili che non possono essere divulgati».

«È difficile capirne la ragione, dato che il progetto è finanziato con soldi pubblici e di conseguenza dovrebbe avere la massima trasparenza. Che cosa c’è da tener nascosto? Perché non sono mai stati fatti tamponi sulle predazioni e mandati ad esaminare in Italia? Perché la ricerca del Dna è affidata a un laboratorio statunitense? I lupi/ibridi in dispersione dalla Lessinia sono stati individuati in Trentino e nel Vicentino, ma ci sono branchi anche nel Bellunese e nel Trevigiano: anche qui si tratta di elementi in dispersione dalla Lessinia? Sono domande per le quali attendiamo cortese e sollecita risposta», spiega Beltramini a nome dell’associazione, «perché la bella favola di Slavc e Giulietta innamorati che hanno avuto il privilegio di aver unito la popolazione dinarica e la popolazione appenninica, evento eclatante e portato al massimo risalto sui media, in realtà potrebbero aver “infestato di ibridi” la nostra bellissima Regione».

Vittorio Zambaldo

Suggerimenti