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La Falìa accompagnata dal maestro De Marzi

Il maestro Bepi De Marzi
Il maestro Bepi De Marzi
Il maestro Bepi De Marzi
Il maestro Bepi De Marzi

Domani alle 17 nella chiesa parrocchiale di Velo viene riproposto (da ben 28 anni), dal coro La Falìa, il tradizionale concerto dell’Epifania. «È infatti dal 1991, data di nascita del coro, che cantiamo Marì Betlemme, di Bepi De Marzi, primo canto che imparammo. Da allora lo cantiamo a ogni Epifania, attorno al falò che sul sagrato della chiesa, con brulé e cioccolata calda, conclude il concerto», sottolinea il maestro del coro Alessandro Anderloni. Anche quest’anno sarà Bepi De Marzi a presentare i canti e ad accompagnarli all’organo e il concerto sarà suddiviso fra i canti de La Falìa e del coro femminile Plinius di Adria, diretto da Antonella Pavan, altra bella realtà corale veneta seguita fin dalla sua nascita dal maestro di Arzignano: entrambi i cori sono infatti legati da lunga amicizia a Bepi De Marzi e propongono soltanto i suoi canti, nelle armonizzazioni per quattro voci miste e quattro voci femminili. Il concerto prevede in tutto venti canti sui temi del Natale, della fede, delle fiabe e delle stagioni. Si comincerà con Mentre il silenzio, con le parole di padre David Maria Turoldo e si intonerà L’è belo stasera, su testo di Anderloni e musica di De Marzi, costruito sui suoni della neve e sui nomi delle contrade: «L’è vento l’è neve sul dosso del Pùele, su ai Pàrpari el fioca, in Gaibana e Boldera. L’ha querto la Ciusa, la Bà e la Beloca, l’è vento, l’è neve, l’è belo stasera». «IN RICORDO di tutti i migranti si alzerà il canto di Merica Merica, sull’aria del popolare canto», anticipa Anderloni, «poi Benia Calastoria, a dire degli emigranti che tornano, e infine, i due cori insieme intoneranno, I bambini del mare a ricordare i migranti sulle navi che non sbarcano in Europa perché i porti sono chiusi: “I bambini del mare hanno gli occhi di conchiglia, le scarpine di pezza cucite dalla mamma, prima di partire, prima di morire”». Ci sarà spazio anche per temi ecologisti, ripresi con Come fosse morto il mondo, a dire degli alberi neri soffocati dai miasmi delle città, e Scapa oseleto, a rinnovare il grido mai spento contro la caccia. L’ingresso e libero e la raccolta di offerte è destinata in beneficenza. •

V.Z.

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