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Il «Fungo d’oro» al Team Zorzi
Ma il pubblico premia Orfea

I cuochi che hanno partecipato al concorso Fungo d’oro a Roverè FOTO AMATOCommensali alla cena del concorso a Roverè
I cuochi che hanno partecipato al concorso Fungo d’oro a Roverè FOTO AMATOCommensali alla cena del concorso a Roverè
I cuochi che hanno partecipato al concorso Fungo d’oro a Roverè FOTO AMATOCommensali alla cena del concorso a Roverè
I cuochi che hanno partecipato al concorso Fungo d’oro a Roverè FOTO AMATOCommensali alla cena del concorso a Roverè

Un bel fungo in pietra sormontato da un cappello da chef, scolpito da Luigi Scardoni. È il premio che va al Team Zorzi, rappresentato di Ivan Castiglioni e Andrea Monastero, per la settima edizione del Fungo d’oro, concorso enogastronomico svoltisi al ristorante Jegher. L’ha promosso Andrea Franceschetti con la Pro loco di Roverè, l’amministrazione comunale, il Consorzio Bim Adige, l’Associazione Cuochi Scaligeri, l’Unione Cuochi del Veneto, l’Associazione italiana sommelier e Slow Food Verona. Nella cena in cui erano in lizza cinque diversi piatti preparati da altrettante cucine veronesi, il Team Zorzi ha presentato il dessert, che è stato premiato anche come piatto più originale: un finto fungo con mousse di cioccolato e inserimento di castagne, miele e sale; finto tronco con insalatina di verdure e gelato al gusto di betulla, gelsomino e tè rosso. È stata giudicata la miglior combinazione di gusti e lavorazione secondo la giuria tecnica, presieduta dallo chef e giudice internazionale Fabio Tacchella, con Gaetano Cassini, vicepresidente dei Cuochi scaligeri, Claudio Crivellari, presidente dell’Unione cuochi del Veneto, Marco Aldegheri, presidente Ais, Ervin Bashkimi, vincitore del Fungo d’oro 2016 e Bruno Fiorio, segretario Slow Food Condotta di Verona. Al secondo posto gli chef del ristorante Piper sulla collina di Verona (Matteo Losapio e Federico Donatoni) che hanno presentato un secondo composto da un trancio di vitello Garronese con gnocco sbatuo, traccia di porcini freschi, terrina con tarassaco e animelle con trombette del diavolo, mostarda di pero Misso, tutto adagiato su una crema viola di cavolo rosso.

Terzo premio al ristorante agriturismo Casa Rosa di Verona con lo chef Mattia Trevisani che ha aperto la cena e il concorso con un tortello al ripieno di pecora Brogna con riduzione al vino El Nane dell’azienda Marognole di Marano di Valpolicella (un rosso Igt di Corvina, Corvinone, Rondinella e Croatina premiato dal pubblico anche come miglior vino della serata). Tutto su salsa al burro profumato al porcino, sabbia di olive e olio Evo, bigné alla ricotta e porcini, finta amanite muscaria di formaggio di capra, lamponi e croccante di riso, crema di cavolo nero, cipolla in carpione, briciole di cornucopia, germogli di stagione e crostino di pane. È il piatto che è stato anche premiato da Slow Food, come più aderente alla filosofia e ai principi che animano l’associazione della chiocciola.

La giuria popolare è stata invece plebiscitaria per il piatto degli chef Samuele Fiorentini e Fabio Grassitelli del ristorante Orfea di San Francesco di Roverè, un tortello di rape rosse ripieno di ricotta di pecora Brogna cialda di riso al tartufo nero, costruito con una base di uova di gallina Grisa della Lessinia e formaggio di Fossa. È stata anche l’offerta votata dai commensali come miglior abbinamento con Pigno, Soave classico Doc dell’azienda Gianni Tessari di Roncà.

In concorso c’erano anche gli chef Fausto e Federico Bonfà del rifugio Dosso Alto che hanno presentato una crema vellutata ai funghi porcini con una cialda di Monte Vecchio, aromatizzata con sciroppo di menta e foglioline di malva.V.Z.

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