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I veterinari snobbano il convegno sulle predazioni

Una manza aggredita e uccisa dai lupi a caccia di cibo. Le predazioni quest’anno sono state 131
Una manza aggredita e uccisa dai lupi a caccia di cibo. Le predazioni quest’anno sono state 131
Una manza aggredita e uccisa dai lupi a caccia di cibo. Le predazioni quest’anno sono state 131
Una manza aggredita e uccisa dai lupi a caccia di cibo. Le predazioni quest’anno sono state 131

«Predazioni e medicina veterinaria forense. Fauna selvatica e patrimonio zootecnico: accertamenti, valutazioni e strategie di gestione» era il titolo del convegno di sabato scorso a Vicenza nella sede dell’Associazione regionale allevatori, organizzato dalla sezione veneta dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani, in collaborazione con le associazioni di categoria Sivar e Sivae e con il patrocinio della Federazione regionale degli ordini dei veterinari del Veneto.

Si sono affrontati i temi del comportamento predatorio dei grandi carnivori e lesioni da predazione sul bestiame domestico; il corretto approccio metodologico nei sopralluoghi per l’accertamento in caso di predazione; protocolli per la valutazione delle predazioni. Dunque un convegno importante per tutti i professionisti impiegati a vario titolo nel fenomeno delle predazioni del patrimonio zootecnico da parte di grandi carnivori selvatici.

NEL CENTINAIO di presenti venuti anche da altre regioni c’era un solo medico veterinario dell’Ulss 9 Scaligera: «Ci chiediamo i motivi di tale assenteismo in virtù del fatto che proprio i medici veterinari del distretto di Grezzana e di Tregnago (Ulss 9) sono chiamati a uscire per i rilievi della predazione e sono loro, come altri medici veterinari con competenza in materia, che giuridicamente hanno le conoscenze professionali per l’accertamento della predazione», osserva il presidente dell’associazione Salvaguardia rurale veneta a difesa degli allevatori, Enrico Beltramini.

«È stato ribadito più volte che solo il medico veterinario è autorizzato a ispezionare l’animale predato e a redigere il “verbale di accertamento”, che non si limita ad accertare la morte dell’animale, ma anche la dinamica che l’ha provocata. Dunque l’assenza dei veterinari veronesi responsabili di queste procedure non capiamo come si spieghi», conclude Beltramini. V.Z.

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