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I lupi attaccano gregge di notte Morti soffocati cinque agnelli

Sisma, pastore abbruzzese ferito nell'attacco dei lupi è il primo a sinistra dei treI lupi hanno attaccato il recinto costruito con rete elettrosaldata
Sisma, pastore abbruzzese ferito nell'attacco dei lupi è il primo a sinistra dei treI lupi hanno attaccato il recinto costruito con rete elettrosaldata
Sisma, pastore abbruzzese ferito nell'attacco dei lupi è il primo a sinistra dei treI lupi hanno attaccato il recinto costruito con rete elettrosaldata
Sisma, pastore abbruzzese ferito nell'attacco dei lupi è il primo a sinistra dei treI lupi hanno attaccato il recinto costruito con rete elettrosaldata

Vittorio Zambaldo In località Varesca, a sud del capoluogo San Mauro di Saline, tra San Valentino e la frazione Tavernole, nel vajo di Mezzane, i lupi sono tornati a colpire duro, questa volta in un recinto di pecore di razza Brogna di proprietà di Enrico Beltramini, presidente dell’associazione Salvaguardia rurale veneta. Cinque agnellini di appena una settimana di vita, sono morti soffocati dalla ressa provocata dalle pecore terrorizzate che hanno sfondato il recinto costruito con rete elettrosaldata alta un metro e quaranta centimetri. Beltramini sta facendo la conta dei danni: le 200 pecore adulte sembrano essere state recuperate, a una prima sommaria conta, dopo una mattinata spesa nel cercare di radunarle. Mancano invece sei agnelli del peso di una ventina di chilogrammi ciascuno e che potrebbero essere stati portati via dai lupi.È rimasta sul posto invece Sisma, cane pastore abruzzese femmina di un anno e mezzo, in cura dal veterinario per l’arto posteriore sinistro slogato e con una frattura da schiacciamento sulla stessa zampa. Dalla ricostruzione che fa Beltramini dell’attacco avvenuto nella notte fra venerdì e sabato, pare che le pecore spaventate dalla presenza dai lupi abbiano sfondato il recinto disperdendosi. Dei quattro cani pastori abruzzesi che sono a custodia del gregge solo Sisma, la più giovane, ha riportato danni, forse perché ha cercato il contatto fisico con i lupi mentre gli altri tre sono rimasti fermi accanto alle pecore rimaste nel recinto quando i lupi si sono lanciati all’inseguimento di quelle uscite. La storia di Sisma è singolare: «La ricevetti in regalo l’anno scorso quando mi recai a Ussita per consegnare una roulotte che non usavo più a una collega pastora che aveva avuto casa e stalla colpita dal terremoto e non aveva dove dormire per stare vicino al suo gregge. Grata del dono mi ricambiò con il regalo della cucciola che in ricordo di quell’evento chiamai Sisma. Una sorella della stessa cucciolata è morta in un attacco di lupi in provincia di Macerata in cui persero la vita 45 pecore delle cento di cui era composto il gregge. In quell’attacco un pastore abruzzese a guardia del gregge restò privo di orecchi, lottando con i lupi, un altro è ancora in cura di antibiotici per le ferite riportate e un terzo è morto». Non è la prima volta che il gregge di Enrico Beltramini, che ha quattro cani da guardinia, subisce l’attacco dei lupi, ma la volta precedente, nel dicembre di due anni fa ai Folesani di San Mauro, sebbene ci fosse un doppio attacco nella notte e all’alba, Baldo e Lessinia, i due cani pastore abruzzesi di 50 e 30 chilogrammi che c’erano allora, riuscirono a salvare il gregge: non ebbe capi predati, ma subì delle conseguenze con pecore che abortirono e altre con gambe spezzate nella calca. Per difendere meglio i suoi cani li ha dotati anche di un collare con spuntoni in ferro come si usava un tempo in Lessinia contro lupi ed orsi. Sono i collari dei quali erano dotati anche i cani usati in battaglia durante il Medioevo e che sono riprodotti sulle corazze dei signori di Verona alle Arche Scaligere. Pur credendo nell’efficacia dei cani da guardinia, Beltramini si è sempre rifiutato di dormire sonni tranquilli sapendo della presenza dei lupi nei dintorni del suo gregge: «Così non si può andare avanti, quando neanche recinti robusti con reti elettrosaldate e quattro cani da difesa possono garantire la completa incolumità del tuo patrimonio zootecnico», sottolinea il pastore, che ha trasferito il gregge in un altro pascolo a 500 metri di distanza protetto da una rete elettrica alta un metro e 20 centimetri. I rilievi sono stati eseguiti dai carabinieri forestali di Bosco Chiesanuova che però, non avendo trovato carcasse di animali lacerati dai morsi dei lupi, non hanno potuto attribuire a loro con certezza la predazione, anche se ritengono che il morso sulla zampa di Sisma sia con molta probabilità compatibile con quello di un lupo. •

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