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Guerra di confine per gli allevatori veneti in Trentino

Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi
Stefano Valdegamberi

Il consigliere regionale Stefano Valdegamberi apre la guerra con il vicino Trentino Alto Adige e propone al Veneto di ricattare economicamente i cugini confinanti per ottenere quello che la legge prevede per gli agricoltori e che un’insana normativa delle due Province autonome impedisce di ricevere. Tutto nasce dalle imprese della Lessinia che hanno pascoli nel confinante territorio Trentino e sono penalizzate nella riscossione dell’indennità compensativa su quei pascoli. L’indennità compensativa è un premio comunitario che gli agricoltori e allevatori ricevono se il loro lavoro si svolge in zone montane, per compensare, almeno in parte, gli svantaggi a cui è soggetta l'attività agricola in tali aree. «Ma il Trentino discrimina le imprese venete, escludendole dal contributo, applicando criteri iniqui, fatti apposta per escludere i veneti», denuncia il consigliere della Lista Zaia, «perché nel conteggio per l’ammissione al contributo comunitario viene considerato nella sua interezza solo il numero dei capi dell’azienda, mentre per i terreni, vengono conteggiati solo quelli che l’azienda possiede in Trentino, portando uno squilibrio del rapporto tra capi di bestiame/terreni che di fatto li esclude dalla possibilità di accedere al contributo dell’indennità compensativa». «Chiediamo che l’azienda sia considerata nella sua interezza, con tutti i terreni che possiede di qua e di là del confine amministrativo, perché gli allevatori della Lessinia che possiedono e conducono a pascolo terreni in territorio Trentino sono discriminati rispetto a coloro che risiedono in Trentino. Fino a qualche anno fa il Veneto suppliva e pagava la differenza a queste aziende con pascoli anche fuori regione, nonostante il compito spettasse alle Province autonome di Trento o di Bolzano. Oggi questo rimedio non è più possibile, vietato dai regolamenti comunitari di rispettare il principio di territorialità», osserva Valdegamberi. Nonostante i suoi solleciti e quelli dei funzionari regionali del Veneto, la normativa trentina resta in vigore e sembra studiata apposta per discriminare gli allevatori veneti, nell’accesso ai fondi comunitari per l’agricoltura. Le imprese venete danneggiate sono costrette a fare ricorso per poter vedere riconosciuti i loro diritti, perdendo tempo e denaro. Ed ecco allora la soluzione che Valdegamberi propone in attesa di una legge più equa: «Mi risulta che ci siano diverse aziende trentine che beneficiano di contributi in Veneto. Allora invito l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan e Avepa, l’Agenzia regionale veneta per i pagamenti in agricoltura, a bloccare tutti i pagamenti nei confronti degli allevatori trentini finché non sarà risolto il problema. Chiederò anche l’intervento degli organismi comunitari per verificare, ed eventualmente sanzionare, il comportamento scorretto delle Province autonome di Trento e Bolzano nei confronti degli allevatori veronesi e delle altre province venete che hanno i loro capi al pascolo tra le due regioni», conclude. •

V.Z.

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